Cosa dice l’Auditor – N.1: Un approfondimento sulla UNI EN 16636

Claudio Moresi è laureato in Scienze Forestali e Ambientali. Successivamente ha seguito numerosi corsi di aggiornamento che lo hanno portato, nel corso degli anni, a specializzarsi sempre più nel controllo igienico-sanitario nel settore alimentare e non solo. Dal 2005 è responsabile tecnico-commerciale per Colkim per la Puglia, la Basilicata, Cosenza e Crotone. Claudio è anche Auditor e consulente per le norme 9001 – 14001 – 22000 – 22005 – 10854 e 16636 e Consulente BRC e IFS.

Per questo motivo il suo punto di vista può essere utile per i disinfestatori che spesso hanno un rapporto conflittuale con gli auditor.

Per quanto riguarda la UNI EN 16636, Claudio potrà evidenziarne i punti di forza e a sottolinearne i punti deboli per supportare il lavoro del disinfestatore che, finalmente, è sempre più proiettato verso la qualità e la professionalità.

A lui la parola in questo primo articolo a cui ne seguiranno altri di approfondimento:

Lo scenario in cui nasce la nuova UNI EN 16636 è fortemente plasmato sui servizi di controllo degli organismi infestanti o Pest Control, come si chiamano diffusamente adesso, al fine di consentire un controllo e una verifica dei danni che essi posso causare all’ambiente, agli animali, alle persone e in particolare alle derrate alimentari.

La norma è applicabile da parte delle imprese che erogano il servizio di Pest control ed è la stessa norma che, nella sua parte iniziale, esclude le aree della protezione delle colture e la pulizia e la disinfezione ordinaria associata a regolari contratti di servizi per la pulizia, facendo chiarezza circa gli ambiti di applicazione della stessa.

La UNI EN 16636 colma non poco il vuoto legislativo e la mancanza di “good practice” scritte per il settore di riferimento ma per gli addetti ai lavori è ancora molto poco e, probabilmente, la strada scelta è ancora lunga ma forse è quella giusta.

A poco più di 2 anni di vita il testo della norma è stato preso come riferimento da parecchi clienti finali, soprattutto aziende agroalimentari, che utilizzano la norma per controllare il lavoro delle ditte di servizi. Ma sono soprattutto gli stessi PCO che, anche se non certificati per questo standard, nella norma trovano preziose indicazioni su come svolgere il loro lavoro. Un po’ quello che è successo anni fa con i regolamenti BRC e IFS che sono stati presi come riferimento dai controllori ufficiali (in maniera errata in molti casi) e dalla GDO italiana per definire capitolati d’appalto.

Dal canto suo, la norma ha non pochi punti di forza: il primo, e forse il più importante, è proprio quello di essere riconosciuta come “veramente professionale” in tutta Europa unificando ulteriormente l’industria europea di gestione e controllo delle infestazioni. I PCO italiani, che in molti casi soffrono il confronto con i loro pari Europei, potrebbero trarre da questo spunto solo dei vantaggi, con l’apertura di scambi commerciali transnazionali, rassicurando i clienti finali che le operazioni vengono svolte seguendo norme chiare (finalmente scritte), in modo sicuro, efficace ed entro opportuni regolamenti Europei e nazionali che si trovano alla base delle verifiche in nome della UNI EN 16636.

Un altro punto di forza di questa nuova norma è sicuramente quello che assicura il cliente finale che gli operatori hanno le competenze per offrire un “servizio” garantendo e rispettando livelli minimi e convalidati di conoscenza teorica e abilità pratica. La parola servizio è intesa in maniera molto ampia e spazia dalla vendita, ai suggerimenti di gestione pre e post “interventi”, assicurando un servizio in grado di andare ad affrontare le cause originarie del problema identificato. Nel contempo garantisce la riduzione dei rischi per i clienti ed il pubblico e riduce gli impatti negativi sull’ambiente e sul benessere animale.

L’obiettivo finale dichiarato dalla norma è quello di consentire al PCO di offrire servizi conformi con i principi stabiliti dall’OMS in materia di IPM (Integrated Pest Management) e include una combinazione di fattori diversi (controllo chimico, fisico, biologico) per il successo nel controllo dei parassiti, in qualsiasi filiera ci si trovi ad operare.

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Nuovo deposito Arco anche a Bari

Attraverso i depositi di Arco, abbiamo iniziato a scegliere alcune città italiane per realizzare dei piccoli depositi Colkim che tengono a disposizione articoli che potremmo definire “di prima necessità”, in modo che le consegne siano ancora più veloci. Infatti, previo accordo, i clienti stessi possono andare a ritirare il materiale necessario anche in piccoli quantitativi.

Le due città pilota sono state Cagliari e Catania. Ora al via anche il deposito di Bari. Così anche i clienti pugliesi potranno avvalersi di questo indiscutibile vantaggio.

L’obiettivo di Colkim è quello di essere sempre più vicina ai clienti e di facilitare chi è troppo preso dal lavoro e non riesce a organizzare bene il magazzino.

Come per Cagliari e Catania, ricordiamo che non potranno esserci tutti gli articoli del nostro catalogo ma, sempre nell’ottica di essere di supporto ai clienti, sarà possibile anche decidere congiuntamente i prodotti che più facilmente potranno essere richiesti dai disinfestatori della zona.

Per qualsiasi informazione in merito al progetto su Bari, potrete contattare il nostro Customer Service o l’agente di zona Claudio Moresi.

Questo servizio è già disponibile.

Presto la prossima città che potrà usufruire di questa agevolazione!

Per informazioni e ordini contattare:

Customer Service: Tel. 051.799.445

Claudio Moresi: Tel. 328.758.92.22

Il nuovo deposito Colkim:

ARCO BARI – S.P. 231 KM – 1,300 – 70026 Modugno (BA)

La Cymina Ultra si rinnova!

Da sempre, l’insetticida Cymina Ultra, un concentrato emulsionabile a base di Cipermetrina (3,5%), Tetrametrina (1,57%) e PBO (4,7%), è stato uno dei nostri cavalli di battaglia. Siamo soddisfatti di poter comunicare che abbiamo ottenuto l’autorizzazione ministeriale al cambio di formulazione del prodotto che diventa un formulato in microemulsione acquosa contenente Cipermetrina (5%), Tetrametrina (1%) e PBO (5%). Dopo un lungo lavoro di R&D abbiamo ottenuto un eccellente formulato che risulta meno pericoloso rispetto al precedente ed è immediatamente riscontrabile nella nuova etichetta. Infatti, sono spariti due simboli di rischio e, di conseguenza, due frasi H (H304 – Può essere letale in caso di ingestione e di penetrazione nelle vie respiratorie e H318 – Provoca gravi lesioni oculari).

Vi invitiamo a scaricare le schede della nuova formulazione e a contattare il responsabile della vostra zona per qualsiasi chiarimento in merito.

 

 

Rubrica di Mauri N.9: Gli anobidi delle derrate: così simili…..così diversi

Il gruppo dei tarli del legno (famiglia Anobiidae) nel nostro paese è rappresentato da oltre 120 specie e solamente una decina di queste sono in grado di attaccare efficacemente il legno posizionato in opera.

Due specie però hanno fatto il “salto di qualità” e sono diventati infestanti specifici di numerose aziende alimentari: il tarlo del tabacco (Lasioderma serricorne) e il tarlo del pane (Stegobium paniceum). Questi due piccoli coleotteri sono molto simili morfologicamente, ma con un po’ di esperienza si giunge ad un’identificazione corretta: il tarlo del pane presenta sulle elitre una evidente striatura longitudinale e la “clava antennale” è costituita da tre caratteristici segmenti terminali, mentre il tarlo del tabacco ha le elitre lisce e le antenne dentellate sono costituite da pezzi tutti uguali.

Le dimensioni degli adulti, che variano fra 2-4 mm, dipendono dalla temperatura, umidità e qualità del cibo durante lo sviluppo larvale. Molte derrate “secche” sono infestate da questi parassiti: prodotti che derivano dalla filiera dei cereali (semi, farina, pasta, biscotti, ecc.), cibo per animali, spezie ed erbe di interesse erboristico, frutta secca, ecc. Sono spesso presenti anche nei musei, dove rovinano erbari, insetti spillati e persino animali imbalsamati.

Il lasioderma, come indica il nome in italiano, è un pericoloso parassita del tabacco, mentre lo stegobio sembra avere una preferenza per “i prodotti medicinali” e non esita ad attaccare anche legni morbidi e rilegature di libri. Ottimi volatori, sono attirati dalla luce ultravioletta degli elettroinsetticid, dove vengono catturati in gran numero. In particolare Lasioderma serricorne, in base ad alcuni studi in laboratorio, comincia a volare ad una temperatura di circa 20°C. In realtà tutti gli individui maschi, “giovani e vecchi” svolgono questa attività al di sopra dei 22°C, mentre la maggior parte delle femmine lo fanno ad almeno 25°C, anche se questi dati in alcuni contesti ambientali non sembrano confermati. Il volo, anche a temperature, adeguate, non è sempre indispensabile!

Perché allora a questo punto sarebbe così importante separare fra loro gli “Anobidi delle derrate” ed essere in grado di riconoscerli in maniera corretta? Come molti insetti che da adulti hanno una vita piuttosto breve (poche settimane) la femmina emette nell’ambiente un feromone per attirare il maschio. Quello del lasioderma (“serricornin”) è stato sintetizzato in laboratorio ed è diventato un ottimo strumento di monitoraggio l’utilizzo di un erogatore di questa sostanza inserito all’interno di una trappola specifica. Al contrario, la componente principale dei feromoni sessuali dello stegobio (“stegobinone”) presenta una struttura chimica complessa e la produzione in quantità per scopi applicativi è piuttosto problematica. Non è chiaro quale attrattivo commerciale, prodotto da poche aziende, è disponibile sul mercato internazionale e purtroppo risulta generalmente poco efficace, talvolta addirittura ha caratteristiche di repellenza. Quando reperibile, addirittura una “capsula” che eroga il feromone sessuale di Anobium punctatum (tarlo comune) risultava più performante.

In conclusione abbiamo conosciuto due specie simili, ma che sono attirate da sostanze con caratteristiche molto differenti!

Forse però le cose stanno cambiando. Un’azienda giapponese ha sponsorizzato qualche tempo fa un prodotto contenente un “feromone mimico” (simile chimicamente all’originale) per Stegobium paniceum, da inserire in un’apposita trappola. E recentemente un importante gruppo inglese indipendente di consulenza nel settore del Pest Control ha deciso di testare questo attrattivo sul campo per catturare gli adulti di questa specie, utilizzando però un altro modello di trappola (Demi-Diamond).

Le trappole – a coppie di 10-15 per sito, una contenente l’attrattivo e l’altra senza (testimone) – sono state posizionate in una panetteria industriale, un’azienda che produce cibo per animali, un locale dove è conservato un importante erbario. Dopo 4-6 settimane sono state controllate e analizzate le catture. E i risultati si sono rivelati molto interessanti, con circa 300 individui trappolati nei cartoncini collanti innescati.

Di conseguenza l’utilizzo di questo specifico strumento potrebbe aiutare in futuro il tecnico della disinfestazione ad individuare i focolai di questa specie, spesso nascosti e difficili da individuare, anche con ispezioni visive, in siti complessi e di grandi dimensioni. In questo modo anche il tarlo del pane diventerà un parassita delle derrate più facile da gestire e potrà essere inserito in un chiaro programma di monitoraggio.

L’attuale situazione delle trappole a feromoni nella Biocidi

Nella riunione tenutasi il 12 maggio 2017, la Commissione europea ha ritirato la sua proposta di classificare come biocidi i feromoni contenuti nelle trappole di monitoraggio degli insetti.

Questa decisione è una buona notizia per il nostro mercato. Se questa proposta fosse andata avanti, avrebbe realmente eliminato dal mercato tutte le trappole di monitoraggio che effettivamente funzionano. I costi necessari per farle avanzare nell’iter registrativo sarebbero stati troppo elevati perché una delle aziende produttrici potesse avere interesse economico in tale investimento.

L’industria della disinfestazione di tutta Europa è stata invitata a presentare le proprie osservazioni prima che la proposta fosse discussa presso il Comitato Permanente sulla Biocidi, facente parte della Direzione Generale della Sanità e della Sicurezza Alimentare della Commissione Europea tra il 10, l’11 e il 12 maggio.

Sembra che questa strategia abbia funzionato e che i legislatori abbiano ascoltato. Il Comitato ha deciso di abbandonare il progetto di prendere una decisione come Unione Europea, sulle trappole con attrattivi, ma ha stabilito che ogni Stato Membro valuti e decida autonomamente in merito.

Tuttavia, la Confederazione delle Associazioni Europee per la Disinfestazione (CEPA) avverte le associazioni nazionali di rimanere vigili in merito a questo problema rimanendo in contatto e ricevendo aggiornamenti dai rispettivi legislatori nazionali.

L’annuncio di Garry Wiles dell’Unità Internazionale delle Sostanze Chimiche dell’Esecutivo della Salute e Sicurezza (HSE), Divisione della regolamentazione dei prodotti chimici con sede a Londra, è il seguente:

“Avete contattato l’HSE in merito alle discussioni del 12 maggio presso il Comitato Permanente sulla Biocidi in merito alla decisione della Commissione europea sullo stato di cui all’articolo 3 (3), del Regolamento Biocidi 528/2012 (BPR), se le trappole di monitoraggio che utilizzano un attrattivo siano prodotti biocidi. Vi sto scrivendo per far conoscere l’esito della discussione e ho anche copiato questo messaggio ai destinatari di cui ho un indirizzo e-mail. Non esitate a inoltrare questo messaggio a chiunque abbia bisogno di esserne informato.

Nel corso della riunione la Commissione ha informato che non avrebbe preso una decisione sulle trappole per il monitoraggio a norma dell’articolo 3 (3), e che questa sarà lasciata a ciascuno Stato Membro per decidere caso per caso e adottare misure di controllo appropriate (ad esempio, per verificare che i prodotti siano etichettati in modo opportuno). La Commissione ha spiegato che tale approccio tiene conto del resoconto 18 e dell’articolo 3 (3) del BPR e dell’esito del caso Söll Court sulla definizione di un biocida, che hanno chiarito che la Commissione può (piuttosto che dovrebbe o deve) prendere una decisione ai sensi dell’articolo 3 (3). Non è chiaro il motivo per cui la Commissione abbia citato il resoconto 18 in questo contesto ma attendiamo di vedere se i verbali della riunione faranno chiarezza.

Naturalmente questo approccio solleva preoccupazione per l’incertezza riguardante i soggetti interessati e l’HSE prenderà in considerazione entro il mese prossimo la posizione del Regno Unito e vi scriveremo nuovamente (e aggiorneremo anche il sito web dell’HSE) che indica la posizione sulle trappole in generale che potrà essere applicata a casi specifici quando verranno portati alla nostra attenzione. Per le due trappole specificate nella bozza della proposta inviata alla Commissione, non vi erano evidenze che venissero fornite nel Regno Unito e infatti le etichette, visionate dall’HSE, non erano in inglese.

Nel frattempo, la posizione precedentemente stabilita dalla direttiva 98/8/CE (BPD) sui prodotti biocidi – ovvero che le trappole che si utilizzano esclusivamente a fini di monitoraggio per valutare la necessità o il successo delle misure di gestione dei parassiti, chiaramente etichettate, vendute e utilizzate come tali, non rientrano nel campo di applicazione – rimarrà la posizione del Regno Unito mentre verrà valutato ulteriormente”.

Pubblicato: 19 maggio 2017 su Pest Magazine

Prove di efficacia sull’S-Methoprene (Seconda parte)

  1. RISULTATI

4.1 Studi con Biopren® 50 LML (LARVICOL LIQUIDO)

Sono stati eseguiti quattro studi di laboratorio e uno studio di semi-campo, tutti con diverse dosi di Biopren® 50 LML per determinare l’intervallo di applicazione. Le concentrazioni applicate variano da 290 a 2.900 ml / ha. Le soluzioni di lavoro differenziate sono state fatte prima delle prove e 10 ml sono stati versati in secchi di plastica da 15 litri.

  • 4.1.1 – 0,005 ppm di S-methoprene contro Culex pipiens

L’applicazione a questo basso dosaggio (290 ml di Biopren® 50 LML / ha) ha ancora fornito il 94,77% di inibizione del tasso di emergenza per una durata di 10 giorni. Successivamente, tra i 10 e i 20 giorni dall’inizio del test, l’inibizione è diminuita drasticamente e lo studio è stato terminato.

  • 4.1.2 – 0,010 ppm di S-methoprene contro Aedes aegypti

I primi dieci giorni di esposizione a questo dosaggio di applicazione (580 ml di Biopren® 50 LML / ha) ha dato il 90,51% di inibizione del tasso di emergenza. L’esposizione ulteriore fra 10 e 20 giorni ha portato un’inibizione dell’87,05%, leggermente al di sotto del tasso accettabile del 90%. L’esposizione fra 20 e 30 giorni ha portato al 56,84%, dopodichè lo studio è stato terminato.

  • 4.1.3 – 0,030 ppm di S-methoprene contro Aedes aegypti

I primi dieci giorni di esposizione a questo dosaggio di applicazione (1740 ml di Biopren® 50 LML / ha) ha dato il 93,43% di inibizione del tasso di emergenza. L’esposizione ulteriore fra 10 e 20 giorni ha portato un’inibizione del 97,12%, mentre l’esposizione fra 20 e 30 giorni ha portato al 87,77%. Questo risultato è leggermente sotto la soglia accettabile ma per avere un quadro più preciso si è prolungata l’esposizione fra 30 e 40 giorni che ha fornito un’inibizione del 44,44%.

  • 4.1.4 – 0,050 ppm di S-methoprene contro Aedes aegypti

I primi dieci giorni di esposizione a questo dosaggio di applicazione (2900 ml di Biopren® 50 LML / ha) ha dato il 99,27% di inibizione del tasso di emergenza. L’esposizione ulteriore fra 10 e 20 giorni ha portato un’inibizione del 98,57%, mentre l’esposizione fra 20 e 30 giorni ha portato al 89,21%. Lo studio è proseguito fra 30 e 40 giorni che ha fornito un’inibizione del 91,11% che mostra chiaramente l’effetto ritardato del S-methoprene microincapsulato. I test sono continuati e fra i 40 e i 50 giorni fornendo un dato pari a 37,50%, con un calo deciso di residualità.

 

Sommario degli studi con BIOPREN® 50 LML (LARVICOL LIQUIDO) in tre dosaggi contro Aedes aegypti

  • 4.1.5 – 0,005 ppm di S-methoprene in test di semi-campo contro Aedes aegypti, Aedes albopictus e Culex pipiens

Questo studio in semi-campo è stato effettuato in Francia, applicando una dose inferiore di concentrato di BIOPREN® 50 LML (290 ml / ha) in serbatoi da 300 litri. Sono state eseguite quattro repliche per ogni specie. Biopren® 50 LML ha dato tre settimane (21 giorni) di inibizione dell’emergenza in tutte le specie. Il rapporto di emergenza nella serie non trattata (gruppo di controllo) era abbastanza elevato per convalidare il processo.

AA = Aedes aegypti, AAL = Aedes albopictus, CP = Culex pipiens

Biopren® 50 LML (LARVICOL LIQUIDO) applicato alla dose inferiore contro le tre specie di zanzara ha avuto una perfetta efficacia a 3 settimane nel prevenire lo sviluppo delle larve ad adulti.

 

4.2 Studi con Biopren® Tablets (LARVICOL COMPRESSE)

  • 4.2.1 Biopren® Tablet contro Aedes aegypti in contenitori da 15 litri

Le dosi di S-methoprene applicate erano 0,005 e 0,01 ppm (1 compressa (2 gr) / 2 m3 e 1 m3 acqua), che corrispondono a 13,76 e 27,52 mg di compressa per 15 litri d’acqua.


I risultati mostrano che S-methoprene
alla concentrazione di 0.005 ppm fornisce 20 giorni di efficacia, mentre la concentrazione più alta, 0.01 ppm, fornisce 30 giorni di efficacia. 

 

  • 4.2.2 Biopren® Tablet contro Culex pipiens in fusti da 200 litri

Questo studio è stato un test di semi-campo in fusti di plastica da 200 litri (pieni di 150 litri d’acqua) all’aria aperta. Le dosi di S-methoprene applicate erano 0,005 e 0,01 ppm (1 compressa (2 gr) / 2 m3 e 1 m3 di acqua) che corrispondono a 137,6 e 275,2 mg di compressa per 150 litri d’acqua.


Mentre la Aedes aegypti è più suscettibile, la Culex pipiens è meno sensibile a S-methoprene.
 

Di conseguenza, siccome in questi test l’obiettivo è l’inibizione del 90% di emergenza, la residualità del Biopren® Tablet è stata fissata a 14-15 giorni.

 

  • 4.2.3 Biopren® Tablet contro Aedes aegypti, Aedes albopictus e Culex pipiens, in fusti da 200 litri


Biopren tablet 4 settimane

 AA = Aedes aegypti, AAL = Aedes albopictus, CP = Culex pipiens

Applicata la dose di S-methoprene pari a 0,010 ppm (1 compressa (2 gr) / 1 m3 di acqua). Questo test di semi-campo è stato fatto in serbatoi da 200 litri con 4 paralleli e il controllo. La dose applicata era una compressa da 0,4 grammi in 200 litri d’acqua.

I risultati dello studio di semi-campo dimostrano che in tutte e tre le specie, il Biopren® Tablet può sopprimere lo sviluppo di larve in pupa o adulti, per una durata di circa 4 settimane.

  

CONCLUSIONI

Questo studio ha valutato differenti formulazioni basate sul regolatore di crescita degli insetti S-methoprene. Durante la fase di sviluppo, l’attenzione era rivolta alle diverse condizioni di utilizzo, alla specie bersaglio e agli utenti finali. Sia il pubblico generale che gli operatori professionali hanno una vasta scelta.

Con il totale di 12 prove di laboratorio, semi-campo e campo condotte, sono state acquisite prove che – se utilizzate tra le concentrazioni di S-methoprene da 0,003 a 0,05 ppm – le formulazioni sviluppate inibiscono efficacemente lo sviluppo delle specie di zanzare prevalentemente presenti in Europa così come le specie invasive. La capacità di inibizione delle emergenze delle diverse formulazioni fornisce una vasta gamma di residualità variabile tra 10 e 60 giorni, come mostrato nella seguente tabella:

Sommario residualità
La sostanza attiva S-methoprene di BABOLNA BIO è stata approvata anche nell’Unione Europea, in Australia e negli Stati Uniti. Il controllo della zanzara e altre formulazioni sono ora in fase di valutazione da parte delle autorità europee. La nostra convinzione è che in futuro, le formulazioni di larvicidi a base di S-methoprene svolgeranno un ruolo sempre più importante nel controllo della zanzara come misura biorazionale di controllo biologico.In conseguenza del Regolamento Biocidi Europeo – considerando il controllo della zanzara – sono ormai in vigore troppe restrizioni. A causa di queste, la salute pubblica e il controllo dei vettori in generale soffre perchè le sostanze disponibili e i mezzi stanno diventando sempre meno. Quindi, nel lavoro di sviluppo, l’obiettivo era quello di ampliare la famiglia di prodotti Biopren® a base di S-methoprene per impieghi multipli.

Liberamente tradotto dallo studio:

S-METHOPRENE INSECT GROWTH REGULATOR MOSQUITO LARVICIDES

RESULTS OF EFFICACY TRIALS

Dr. D. Bajomi *, N. Balázsdi-Szabó *, J. Schmidt *, J. Szilagyi *, B. Serrano #

* Babolna Bioenvironmental Centre Ltd., 1107-Budapest, Szallas u. 6., Hungary

# Laboratoire T.E.C., 1,rue Jules Védrines ZAC Maignon, 64600 Anglet, France