Rubrica di Roberto N.7: Un “viaggio” tra i tessuti – Prima parte

Vi è mai capitato di rimanere particolarmente dispiaciuti nell’osservare la presenza di alcuni buchi sul vostro maglione preferito, magari acquistato da non molto tempo? Personalmente non mi è mai capitato, ma riesco assolutamente ad immaginare quale possa essere l’esclamazione di disappunto, che verrebbe automaticamente fuori dalla bocca di chi purtroppo si è trovato a vivere questa sfortunata e incresciosa esperienza, accompagnata da un lecito interrogativo: “ma dove mi sarò impigliato? Non riesco proprio a ricordare!…”

Ebbene, a volte non è necessario “spremersi così tanto le meningi”, quando la risposta potrebbe essere proprio accanto a noi, nel nostro guardaroba e non solo…

Tra gli insetti presenti negli ambienti urbani, esiste un’altra categoria di specie in grado di attaccare particolari tipi di substrati come tessuti di origine animale e vegetale grazie ad una loro peculiare capacità di digerire la cheratina, una proteina filamentosa ricca di zolfo, componente base di alcuni substrati quali pelli, lana, pellicce, feltri e tanti altri. Questa scleroproteina è però priva di vitamina B, componente essenziale per lo sviluppo post-embrionale di questi insetti che saranno così inevitabilmente costretti ad integrare la loro dieta con altre sostanze quali: albume di uova essiccato, farine di pesce e di carne, lievito liofilizzato, germi di cereali che contengono oltre ad un’importante componente proteica, anche le indispensabili vitamine del gruppo B.

Grazie al particolare comportamento alimentare delle loro larve è possibile rinvenirli con una certa frequenza all’interno di abitazioni, di depositi e stabilimenti di lavorazione dei tessuti di vario genere, e non di rado anche all’interno di nidi di uccelli e di micromammiferi, principalmente roditori, per nutrirsi di piume e pellame, non disdegnando però gli escrementi che contengono alcuni di questi frammenti.

Le specie più diffuse appartengono all’ordine dei lepidotteri e dei coleotteri. Nella prima parte di questa breve trattazione parleremo di due principali specie di lepidotteri appartenenti entrambi alla famiglia Tineidae, che noi tutti conosciamo semplicemente con il nome di “tarme” ovvero piccole farfalline, dalle ali strette e lunghe provviste di frange molto sviluppate, che prediligono come alimento tessuti di lana, seta e cotone. Il loro inconfondibile breve volo, abbastanza insolito per un lepidottero, sembra non venga influenzato dalla presenza di una sorgente di luce. Ben diverso è invece l’elevato potere attrattivo degli indumenti riposti non puliti, magari intrisi di sudore o dotati di particolari odori, o addirittura insudiciati da farina o da altre tracce di ingredienti alimentari.

Entriamo ora più nel dettaglio per conoscere più da vicino alcune caratteristiche specie-specifiche delle due Tarme, Tinea pellionella e Tineola bisselliella.

La prima, nota con il nome di Tarma dei panni, della lana e delle pellicce, è una specie diffusa in gran parte del mondo, i cui adulti fanno la loro comparsa nei mesi più caldi dell’anno a meno che non frequentino l’interno di edifici riscaldati dove le condizioni microclimatiche favorevoli garantiscono il perdurare della loro presenza per tutto l’anno.

La distinzione tra le diverse specie non è così immediata, infatti da una semplice osservazione macroscopica sembrerebbero tutte molto simili tra loro, ma se invece focalizziamo la nostra attenzione su alcuni dettagli, magari con l’ausilio di una comune lente di ingrandimento, sarà possibile individuare alcune sostanziali differenze. Nel caso specifico, gli adulti di Tinea pellionella presentano ali anteriori grigiastre con tre piccole macchie scure, mentre quelle posteriori sono più chiare e strette e munite di lunghe frange.

Adulto di Tinea pellionella (fonte: britishlepidoptera.weebly.com)

L’apertura alare di 9 – 12 mm consente loro di effettuare brevi voli per giungere su substrati di tessuto dove le femmine depongono in media una cinquantina di uova.

Dalla loro schiusa fuoriescono le larve che da subito mostrano spiccata attività trofica nei confronti del substrato che le ha accolte, nutrendosi di detriti di fibre che utilizzano tra l’altro per costruire, con le proprie bave sericee, piccoli astucci tubulari entro il quale rifugiarsi. Durante il periodo di sviluppo larvale di 2-3 mesi, con l’aumento delle loro dimensioni corporee, le larve accrescono man mano anche i loro rifugi che trascinano con se nelle peregrinazioni tra le maglie dei tessuti. Al raggiungimento della piena maturità, le larve fissano gli astucci protettivi, che nel frattempo avranno raggiunto una lunghezza di circa 1 cm, alle pareti o al soffitto. Lì dentro vi trascorreranno la fase di incrisalidamento che terminerà con la fuoriuscita dell’adulto.

Particolare dell’astuccio tubulare protettivo della larva di Tinea pellionella (fonte: lepidoptera.butterflyhouse.com.au)

Nelle normali condizioni ambientali, con disponibilità di cibo, la specie può compiere dalle due alle tre generazioni nel corso dell’anno. Quando invece le condizioni ambientali risultano essere sofisticate, come può essere l’interno di un edificio, regolarmente riscaldato nei mesi invernali e con un buon tasso di umidità relativa e disponibilità costante di alimento, il numero di generazioni tende inevitabilmente ad aumentare.

In modo analogo si comporta la Tineola bisselliella, conosciuta molto semplicemente con il nome di Tignola o Tarma dei panni, caratterizzata invece da una polifagia decisamente più ampia rispetto alla precedente specie, basti considerare che oltre alla lana e alle pellicce è in grado di danneggiare indumenti, spazzole, pennelli, crini, cuscini e materassi di lana, nonché svilupparsi su alcuni substrati alimentari quali: semi, farine, pane secco, salumi in stagionatura e tanti altri.

Le larve di 7-9 mm di lunghezza si presentano di colore giallastro con capo e protorace bruno-nerastro. A differenza della Tinea pellionella, le larve della tignola non costruiscono dei veri e propri astucci protettivi, bensì dei leggeri tubi sericei di colore bianco che assolvono esclusivamente alla funzione di contenimento dello stadio di crisalide. Il tipo di substrato alimentare, unitamente alla temperatura e all’umidità relativa dell’ambiente in cui tale insetto si sviluppa, condizionano la durata del loro sviluppo larvale. In condizioni ottimali, e quindi con temperature che si aggirano intorno ai 25-28°C e con elevati tassi di umidità relativa, tale ciclo si conclude in 2-3 mesi.

Gli adulti fanno la loro comparsa in maggio-giugno; essi presentano entrambe le ali frangiate con un’apertura alare di circa 10 – 16 mm; quelle anteriori sono di colore ocra, mentre quelle posteriori grigiastre. A seguito delle fecondazioni, le femmine depongono un centinaio di uova sui substrati che diventeranno poi alimento per le larve.

Adulto di Tineola bisselliella (fonte: de.wikipedia.org)

Nelle seconda parte di questo articolo ci soffermeremo invece a parlare di alcune specie di coleotteri dei tessuti, fornendo altresì le principali misure di prevenzione e controllo di tale tipologia di infestazione.

 

 

Linee Guida BASF®: approfondimento sul Goliath® Gel per il controllo degli scarafaggi

Il prodotto di riferimento nel controllo degli scarafaggi

  • Rapidi risultati e persistenza nel tempo
  • Effetto a cascata per il controllo dell’intera colonia
  • Basso dosaggio per una maggiore convenienza e sicurezza
  • Applicazione facile, rapida e precisa

Basso dosaggio a favore della convenienza

La particolare modalità d’azione del principio attivo fipronil consente di ridurre il trattamento con Goliath® Gel di almeno il 60% rispetto a qualsiasi trattamento con prodotti alternativi presenti in commercio.

Grazie alla speciale pistola dispensatrice di prodotto, si riescono a posizionare molto bene e con precisione piccoli punti esca anche nei luoghi meno accessibili.

I punti esca di Goliath® Gel risultano estremamente stabili e inodori. Questo, insieme al fatto che in caso di contatto
con la pelle il fipronil viene assorbito molto lentamente, fa sì che aree sensibili come ambienti domestici e luoghi pubblici possano essere trattate con il minimo disturbo per persone o animali domestici.

Effetto a cascata per conseguire il controllo della colonia

Il vantaggio di Goliath® Gel consiste nel fatto che prima di morire le blatte avvelenate (per contatto e per ingestione) ritornano ai propri rifugi, dove gli altri scarafaggi si nutriranno delle loro feci e dei loro resti.

Lo speciale principio attivo Fipronil, viene prontamente trasferito da uno scarafaggio all’altro e la sua particolare modalità d’azione ne prolunga l’attività anche dopo diversi trasferimenti da uno scarafaggio all’altro.

In tal modo aumenta il numero di scarafaggi uccisi da un singolo punto esca grazie al cosiddetto “effetto a cascata” che aumenta proporzionalmente alle dimensioni della popolazione. Tale effetto permette inoltre che il fipronil raggiunga anche le ninfe e le femmine con ooteca che raramente si allontanano dai loro rifugi, ottenendo così il controllo completo dell’infestazione.

L’effetto duraturo di Goliath® Gel è ulteriormente potenziato dalla sua particolare formulazione che, una volta posizionata, rimane appetibile, stabile e attiva fino a 12 settimane, fornendo un’ulteriore protezione dalla ricolonizzazione di popolazioni non trattate eventualmente presenti nelle vicinanze.

  • Goliath® Gel è la soluzione che permette di ottimizzare il costo del trattamento anti-scarafaggi.
  • Goliath® Gel è una formulazione pronta all‘uso a base di fipronil, un insetticida di avanzata concezione che esplica un‘azione rapida e potente.
  • Goliath® Gel si applica con facilità e rapidità, e permette di conseguire il controllo degli scarafaggi in modo  veloce, duraturo ed economico.
  • Goliath® Gel si applica in modo mirato e grazie alla sua particolare formulazione agisce anche nelle aree più critiche degli ambienti da trattare.

Azione rapida e affidabile

L’effetto duraturo di Goliath® Gel è ulteriormente potenziato dalla sua particolare formulazione che, una volta posizionata, rimane appetibile, stabile e attiva fino a 12 settimane, fornendo un’ulteriore protezione dalla ricolonizzazione di popolazioni non trattate eventualmente presenti nelle vicinanze.

E’ attivo contro le principali specie di scarafaggi, tra le quali Blatella Germanica, Blatta Orientalis, Periplaneta Americana e Supella Longipalpa (scarafaggio dei mobili).

Un singolo punto esca da 0,03g di Goliath® Gel è in grado di uccidere 1000 scarafaggi grazie all’effetto cascata ed alla sua formulazione estremamente appetibile, anche in presenza di altre fonti di cibo.

Ciò significa che l’alimentazione inizia rapidamente dopo l’applicazione e che gli scarafaggi muoiono entro poche ore da una singola ingestione.

Il prodotto di riferimento nel controlo degli scarafaggi

Goliath® Gel contiene 0,05% di fipronil in un’esca in gel stabile e molto appetibile. È disponibile in cartucce da 35g, contenenti ognuna un quantitativo di gel sufficiente per produrre oltre 1100 punti esca da 0,03g. La frequenza di applicazione consigliata varia in funzione del tipo di scarafaggio e del livello di infestazione.

Frequenze di applicazione raccomandate di Goliath® Gel (punti esca richiesti*)
Tipo di scarafaggio Infestazione normale Infestazione pesante
Blattella germanica1 punto/m22 punti/m2
Blatta orientalis2 punti/m23 punti/m2
Periplaneta americana2 punti/m23 punti/m2

*  Punto esca standard di 0,03g per metro quadrato di superficie da trattare.

In situazioni standard e per infestazioni “normali” da Blattella germanica, si raccomanda di utilizzare un numero di punti esca come riportato nella tabella sottostante.

Dosaggi consigliati di Goliath® Gel in ambienti domestici e commerciali
Situazione Punti esca richiesti**
Appartamento – cucina 10 – 25 punti
Appartamento – bagno Fino a 12 punti
Appartamento – altre stanze Fino a 12 punti
Cucina commerciale ** 100 – 300 punti
Bar/ ristorante ** 60 – 100 punti

* Punto esca da 0,03 g
** Si presumono dimensioni medie (40-50 coperti)

Con questo presupposto, un tubetto da 35g di Goliath® Gel sarà sufficiente per trattare più di 20 appartamenti o diversi locali di ristorazione di grandi dimensioni.
La pulizia preliminare delle aree da trattare migliorerà l’azione di Goliath® Gel minimizzando eventuali altre fonti di alimentazione.
Durante, prima e dopo il trattamento con Goliath® Gel non devono essere usati altri insetticidi repellenti per evitare che gli scarafaggi siano scoraggiati dal cibarsi di quest’esca.

Colkim Expo 2018 – Focus sulle tre splendide locations

ROMA 1 OTTOBRE

Centro Congressi di Vallelunga

A due passi da Roma, il Centro Congressi nasce lontano dal traffico e dal caos cittadino.

Considerato tra i più innovativi d’Europa è il contesto ideale per qualsiasi evento.

A fare da cornice, l’autodromo Vallelunga, che vanta una ricca storia ed è da sempre un punto di riferimento per tutti gli appassionati.

*In questa sede sarà possibile usufruire di un servizio navetta dalla Stazione Termini di Roma.

BOLOGNA 3 OTTOBRE

Museo di Arte Moderna Ca’ la Ghironda

Ca’ la Ghironda Modern Art Museum è un’area Museale inserita in un contesto architettonico di nuovissima concezione, in un Parco di 10 ettari, a pochi minuti dal centro di Bologna, sulle prime pendici dei colli bolognesi, vicinissimo all’Appennino Tosco-Emiliano.Il museo ospita una collezione d’arte moderna e contemporanea di Pittura e di Scultura.


MILANO 5 OTTOBRE

Centro di Guida Sicura di Lainate

I due edifici protagonisti della struttura, progettati dall’Architetto Michele De Lucchi, sono dotati di ogni comfort e dettagli di design, sono la cornice ideale per accogliere eventi.

Il Centro di Guida Sicura Aci-Sara di Lainate (Milano) si presenta come il massimo dell’avanguardia per la formazione di conducenti di moto, auto, furgoni e mezzi pesanti.

L’impianto è composto da quattro aree nelle quali è possibile riprodurre tutte le situazioni di pericolo come l’aquaplaning, la guida in condizioni di scarsa aderenza, la gestione del sottosterzo e del sovrasterzo.


Strategie di controllo delle mosche

di Dr Moray Anderson BSc(Hons), PhD, FRES, CBiol, FIBiol

Come affrontare un problema di controllo delle mosche.

Identificazione

Il compito più importante associato a qualsiasi programma di controllo degli insetti volanti è identificare con precisione le specie di mosche che devono essere controllate.

Se la specie di mosca non viene identificata correttamente si corre il rischio di sprecare tempo e denaro; i siti di attività adulta e larvale possono variare enormemente a seconda di quale mosca è presente.

Fasi vulnerabili

La chiave per un controllo efficace è individuare quali sono i luoghi vulnerabili per il controllo considerando il ciclo di vita della mosca.

A causa della vita relativamente breve delle uova, raramente vale la pena sviluppare una strategia di controllo attorno allo stadio delle uova.

Pertanto, in generale, gli stadi vulnerabili del ciclo di vita della mosca in cui le misure di controllo possono essere dirette sono gli stadi larvali e la mosca adulta.

Durante un’ispezione è fondamentale che i siti che possono essere sfruttati dagli adulti e dalle larve debbano essere tenuti in considerazione dal disinfestatore in modo che possano essere implementati efficaci programmi di controllo delle mosche.

Processo di ispezione

Prima di entrare in qualsiasi locale, l’ispezione dovrebbe iniziare con un controllo approfondito dell’area circostante.

Questa ispezione del perimetro esterno dei locali è essenziale poiché molte delle mosche che si trovano all’interno entrano come adulti. I loro stadi giovanili vengono frequentemente passati fuori dagli edifici. Pertanto, per uno sforzo di controllo completo e prolungato, i siti di alimentazione larvale devono essere localizzati e trattati in modo appropriato.

Prima di iniziare l’ispezione è spesso molto utile chiedere un’opinione sullo stato dell’infestazione, vero o presunto, a coloro che lavorano all’interno e intorno ai locali da controllare. È vitale coinvolgere il personale poiché le informazioni che può fornire sono inestimabili.

Durante un’ispezione, devono essere considerati i seguenti punti:

a) Quali aree possono essere interessanti per le mosche – larve o adulti?

b) Dove sono le porte che danno verso l’esterno dell’edificio e quanto spesso vengono aperte?

c) Ci sono possibili fonti di insetti volanti nelle immediate vicinanze: fattorie, capannoni per l’allevamento di polli, discariche, corsi d’acqua ecc.?

d) Il sito che stai ispezionando emette un odore che può essere allettante per gli insetti volanti, ad esempio: marmellata, pasticceria, macello, area di riciclaggio ecc.?

e) Dove sono le aree critiche di contaminazione all’interno dello stabilimento?

g) Prendere nota delle aree in cui è presente molta pioggia / lavaggio / acque reflue o che potrebbero essere presenti sfruttati come substrato da psicodidi.

h) Verificare che si siano le zanzariere alle finestre o alle porte, verificare che siano intatte e informarsi se vengono aperte durante la stagione calda. È molto comune scoprire che vengono aperte perché la gente crede che le zanzariere riducano il flusso di aria fresca.

i) Le zone in cui i prodotti sono confezionati e imballati sono particolarmente vulnerabili e devono essere attentamente ispezionate.

j) Dove sono conservati i contenitori vuoti – spesso i contenitori vuoti raccolgono insetti morti ecc.

Da tenere ben presente durante l’ispezione:

1) Perché si è resa necessaria un’ispezione?

2) La struttura ha ricevuto critiche da parte di un altro ispettore/auditor?

3) Hanno avuto richieste di ispezione dai clienti?

4) Ci sono cambiamenti nella legislazione o codici di buona pratica applicabili al sito?

5) Chi è responsabile del controllo delle mosche del posto?

6) Quando saranno incorporate le azioni correttive nel programma di igiene o di manutenzione?

Al termine dell’ispezione è sempre buona norma essere lasciati soli a valutare i risultati. È meglio non essere affrettati a dare opinioni o conclusioni su ciò che si è trovato.

È opportuno prendersi un po’ di tempo quando si torna in ufficio per verificare i cicli vitali delle mosche che si sono trovate e che sviluppano e delineano una strategia di controllo.

I nostri rodenticidi sono rinnovati!

RINNOVO DEI RODENTICIDI: PREAMBOLO NORMATIVO

Il Comitato per i prodotti Biocidi (BPC) ha espresso opinione favorevole al rinnovo dell’approvazione delle otto sostanze anticoagulanti utilizzate nei prodotti rodenticidi (PT14). Componente chiave nel processo di rinnovo sono state le valutazioni presenti nel report pubblicato sulle Misure di Mitigazione del Rischio (RMM report).

I rinnovi di tali registrazioni, come previsti dal Regolamento Biocidi, sono finalmente arrivati e hanno portato con sé differenti condizioni di utilizzo del prodotto in relazione alla categoria di utilizzatore target.

Le categorie di utilizzatori sopra citate sono state definite ufficialmente dalla Commissione Europea con il documento CA-May16-Doc.5.4.a.-Final come segue:

General Public (“amatoriale”, “non-professionale”): parte della popolazione o cittadini che effettuano un uso di rodenticidi sporadico e privato. Una caratteristica comune al General Public è che tale categoria non ha ricevuto alcuna formazione sull’utilizzo dei rodenticidi che

acquistano e utilizzano. Di conseguenza, l’unico accesso alle informazioni di come utilizzare correttamente i rodenticidi acquistati e il rischio relativo è quello legato al prodotto (ad esempio, su etichetta o depliant).

Professional (“professionale”): nell’ottica di utilizzo dei rodenticidi anticoagulanti, è colui che utilizza i rodenticidi nel corso della propria attività professionale, inclusi operatori, tecnici, dipendenti e lavoratori autonomi in settori differenti. Questo include un’ampia gamma di

lavoratori come agricoltore, negoziante, addetto alle pulizie, coloro coinvolti nella preparazione, confezionamento, stoccaggio, distribuzione e vendita di alimenti, e molti altri tipi di lavoratori.

A differenza del General Public, si suppone che gli utilizzatori professionali utilizzino i rodenticidi con maggior regolarità; di conseguenza, utilizzando i rodenticidi all’interno delle loro attività lavorative, sono maggiormente consapevoli dei rischi associati agli anticoagulanti e capaci di

implementare le misure di mitigazione del rischio incluse nell’autorizzazione del prodotto.

Gli utilizzatori professionali possono essere soggetti a qualche tipo di formazione sull’uso dei rodenticidi, se richiesta da specifiche legislazioni di settore.

Trained Professional (“professionista formato”): questa categoria di utilizzatori include gli utilizzatori professionali per i quali sono richieste competenze specifiche per l’utilizzo dei rodenticidi. Questo gruppo di utilizzatori professionali usa una maggior quantità di rodenticidi

perché conducono applicazioni come parte della loro attività giornaliera. Un esempio di questa categoria sono coloro che effettuano un servizio professionale di disinfestazione (i c.d. disinfestatori- Pest Control Operator).

A differenza dell’utilizzatore Professionale, il Professionista Formato deve aver seguito corsi di formazione specifici o processi di certificazione relativi ai rodenticidi o altri prodotti biocidi che utilizzano comunemente. Come risultato, si presuppone che essi siano in possesso della

conoscenza, abilità e competenze necessarie per valutare il rischio associato all’utilizzo dei rodenticidi per se stessi e per le specie non target. Si presuppone che tali competenze permettano anche l’implementazione dell’ Integrated Pest Management prima di decidere che l’utilizzo di un rodenticida sia necessario per il controllo dell’infestazione.

Le competenze e abilità sopra descritte sono ben descritte nello Standard Europeo per il servizio di disinfestazione (EN 16636).

RINNOVO DEI RODENTICIDI: AZIONI E TEMPISTICHE

I regolamenti di rinnovo definiscono le taglie massime e minime per ciascuna categoria di utilizzatori, nonché per le diverse formulazioni, come segue:

GENERAL PUBLIC:

– Taglie massime previste per GRANI/PELLET/PASTA: 150g

– Taglie massime previste per BLOCCO PARAFFINATO: 300g

PROFESSIONAL E TRAINED PROFESSIONAL:

– Taglia minima prevista per tutti e quattro i formulati: 1,5 kg

In questo caso, il periodo di smaltimento è previsto ed è pari a 6 mesi dalla data di ottenimento del Decreto di rinnovo per la vendita dello stock presente a magazzino dell’intera catena distributiva, purché classificato secondo IX ATP del CLP dopo il 1° Marzo 2018.

Qui troverete le nuove Schede:

Nome commercialePrincipio attivoScheda di SicurezzaEtichetta
BROCUM PARAFFINATO Brodifacoum 0,005% + Denatonio benzoatoSDSEtichetta disponibile nell’Area Clienti
BROCUM PELLET Brodifacoum 0,005% + Denatonio benzoatoSDSEtichetta disponibile nell’Area Clienti
BRODIM PASTA Brodifacoum 0,005% + Denatonio benzoatoSDSEtichetta disponibile nell’Area Clienti
COLBROM PASTA Bromadiolone 0,005% + Denatonio benzoatoSDSEtichetta disponibile nell’Area Clienti
DERATION PARAFFINATO Bromadiolone 0,005% + Denatonio benzoatoSDSEtichetta disponibile nell’Area Clienti
DERATION PELLET Bromadiolone 0,005% + Denatonio benzoatoSDSEtichetta disponibile nell’Area Clienti
RATKILL BLOX Difenacoum 0,005% + Denatonio benzoatoSDSEtichetta disponibile nell’Area Clienti

Le etichette sono disponibili nell’Area Clienti all’interno di ogni articolo.

ATTENZIONE: le produzioni con nuove etichette verranno pianificate man mano che verranno esaurite le scorte attuali.

Global Summit of Pest Management Services for Public Health and Food Safety

Il terzo vertice mondiale dei servizi di gestione dei parassiti per la salute pubblica e la sicurezza alimentare, presentato dall’NPMA e dalla Confederazione delle Associazioni Europee della Disinfestazione (CEPA), si è tenuto dal 4 al 6 giugno 2018 presso l’Hotel Cascais Miragem in Portogallo.

Il 4 giugno 2018 l’hotel Miragem di Cascais ha aperto le porte alla terza edizione del Global Summit sul Pest Management. In questo piccolo paesino turistico sulle coste portoghesi, a pochi chilometri da Lisbona, l’importantissima conferenza ha ospitato associazioni, organizzazioni e operatori del mondo del Pest Control con la voglia di dar seguito al successo ottenuto con la precedente edizione avvenuta a New York.

Come lo scorso anno, NPMA si è fatta carico dell’organizzazione dell’evento e, con l’aiuto di CEPA, ha voluto portare l’attenzione di tutti ancora un volta sui problemi del nostro settore e su come affrontare le sfide future in vista dei continui cambiamenti del nostro mercato.

A riempire la sala della conferenza, oltre Colkim, ci hanno pensato numerosi esponenti delle principali aziende e associazioni europee di Pest Control, nonché diversi colleghi italiani, dando comunque spazio a ospiti da tutto il mondo di presenziare e dare un loro contributo.

Dopo i saluti e le osservazioni iniziali, la conferenza è entrata subito nel vivo focalizzandosi sull’importanza del lavoro degli operatori del Pest Control, settore in evoluzione connesso fortemente al mondo delle industrie alimentari. Queste ultime richiedono standard di qualità sempre più alti sul proprio prodotto e sui servizi ad esso legati.

Riguardo a questo argomento è stato particolarmente interessante l’intervento di Justyna Kostarczyk, auditor per Metro, la grande catena alimentare tedesca.

Metro lavora attraverso standard globali che poi adatta alle richieste dei diversi paesi, fino a raggiungere livelli adeguati per controllare, in modo efficiente, ogni punto vendita (Diapositiva 1).

Rilevante anche il lavoro di Ferenc Varga, responsabile della qualità di Nestlé. Varga con il suo intervento ha evidenziato come sia essenziale una collaborazione continua e aperta tra l’operatore di Pest Control e l’industria che ne richiede il servizio. Molto spesso, afferma, gli interventi di disinfestazione vengono eseguiti per risolvere un problema già sviluppato; in questo modo non si raggiungeranno mai gli obbiettivi qualitativi prefissati. Serve un approccio preventivo al problema e al contempo più flessibile in modo da eradicare le diverse tipologie di infestazioni. Purtroppo, in un mercato “decimato” dalla Biocidi, un’efficiente diversificazione viene sempre più a mancare!

Infine, è evidente che multinazionali come Metro e Nestlé vogliono evidenziare come sia essenziale per loro ricercare partner altamente qualificati; per questo motivo incoraggiano aziende e operatori del Pest Control a mantenere una continua formazione per perseguire gli obiettivi citati in precedenza.

Al termine della giornata hanno poi avuto spazio diversi interventi volti ad affrontare il problema zanzare. Argomento che purtroppo in Italia conosciamo molto bene e che viene preso molto seriamente non solo in Europa ma soprattutto in Africa e in Sud America. Attraverso le testimonianze portate alla conferenza, si può facilmente attestare che è una “battaglia” che si sta affrontando in maniera sbagliata: i metodi attuali non sono più all’avanguardia e le restrizioni che avvengono nel campo chimico, soprattutto in Europa, stanno portando ad una rapida diffusione di questi insetti e delle malattie da essi trasmesse.

Particolarmente significativa l’immagine che rappresenta la pericolosità di questo insetto (Diapositiva 2).

Il secondo giorno della conferenza ha coinciso con il primo anniversario del “Global Pest Awareness Day” (“Giornata mondiale sulla sensibilizzazione alla disinfestazione”).

Nata il 6 giugno 2017 da una proposta della Cina, persegue l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sull’importanza della disinfestazione professionale oggi. È importante far sì che questa giornata non sia rivolta soltanto a chi è a stretto contatto con il mondo della disinfestazione ma orienti l’attenzione sul “general pubblic”.

Si sono susseguiti interventi portati sul palco da esponenti del Pest Control di tutto il mondo, che hanno ribadito come il lavoro debba essere incentrato sulla collaborazione e sull’innovazione, per promuovere il Pest Control; lavoro focalizzato anche sul controllo delle malattie trasmesse dalle zanzare e l’eliminazione di queste attraverso la ricerca di nuovi metodi rivoluzionari ed efficienti.

Al termine della conferenza si sono riuniti sul palco i rappresentanti delle varie associazioni nazionali di disinfestazione di tutto il mondo (purtroppo non quella italiana), per la foto e i ringraziamenti finali.

Una considerazione conclusiva: ora più che mai è importante la presenza di associazioni nazionali di categoria che non solo siano presenti attivamente in campo nazionale ma siano anche in grado di partecipare a conferenze di questo genere portando la voce dell’Italia in Europa e non solo.

Guida alla scelta della migliore trappola PestWest per il controllo dei parassiti per i locali degli alberghi

La scelta della trappola migliore può essere davvero complessa considerando l’ampia gamma di proposte di PestWest. La sfida può essere ancora più difficile quando si tratta di trovare la combinazione perfetta per controllare gli insetti volanti nei locali degli alberghi.

Ad esempio, le cucine richiedono unità potenti in cui la prima scelta deve ricadere sulle trappole a colla per la loro capacità di intrappolare gli insetti volanti in modo pulito evitando il rischio di contaminazione incrociata associata alle attrezzature che fulminano gli insetti. Le zone pubbliche richiedono invece trappole specifiche per nascondere gli insetti catturati dalla vista degli ospiti. Le terrazze e le aree esterne in cui si mangi, hanno i loro parametri impegnativi soggetti alle condizioni meteorologiche.

In modo particolare, bisogna considerare la differenza tra unità standard e quelle a risparmio energetico, tra installazioni a soffitto, a parete e autoportanti.

La breve guida di PestWest aiuterà a studiare una soluzione unica per l’albergo preso in esame, sia che si tratti di un’accogliente guest house, di un hotel a conduzione familiare o di una grande catena.

(Clicca sull’immagine per scaricare il pdf)

 

Linee Guida BASF®: il controllo degli scarafaggi (prima parte)

La lotta moderna agli  scarafaggi

Gli scarafaggi sono persistenti, elusivi e prolifici. Sono associati a numerosi organismi patogeni, sorgenti di allergeni e talvolta sintomo di scarsa igiene. Per questo, la loro presenza ovunque gli alimenti siano stoccati, preparati o serviti è inaccettabile.

Controllare le infestazioni di blatte in questi ambienti, comunque, può essere piuttosto difficile. Loro si muovono facilmente con le merci, si riproducono rapidamente e preferiscono vivere all’interno di crepe e fessure difficili da raggiungere.

Queste sfide sono aggravate da metodi di controllo che coinvolgano inadeguate ispezioni, insufficiente cooperazione con gli occupanti dei locali ed eccessiva dipendenza da singoli prodotti o metodi di applicazione.

Il fatto che anche livelli di controllo elevati possano essere insufficienti per prevenire un relativamente rapido riacutizzarsi dell’infestazione, rende queste sfide particolarmente difficili.

Capire l’etologia delle blatte

Anche se risultano molto brave nell’adattarsi alle più diverse condizioni, le blatte necessitano di quattro risorse chiave per sopravvivere e prosperare – cibo, acqua, calore e riparo. Loro si aggregano naturalmente nei luoghi nelle cui vicinanze sono presenti queste condizioni.

La blattella germanica che è il principale problema in Europa richiede in modo particolare il calore, quindi vive quasi esclusivamente in ambienti interni. La più grossa blatta orientalis, si trova ugualmente all’interno delle case come all’esterno.

Anche se le blatte orientali possono ricercare cibo a distanze maggiori di quella germaniche, generalmente non si spostano più di pochi metri dalle crepe, fessure e vuoti in cui si raggruppano, per cercare cibo e acqua.

Entrambe le specie amano il buio e la maggior parte degli individui passa la maggior parte della loro vita nei loro nascondigli protetti, uscendo solo per cercare cibo.

Mostrano una preferenza per cibi altamente energetici e vengono scoraggiate dall’alimentarsi dall’eccessiva untuosità, tracce di insetticida, muffe o deterioramento dei cibi.

Mentre i maschi cercano il cibo quotidianamente, le femmine passano il 75% della loro vita senza alimentarsi e possono sopravvivere 45 giorni senza assumere cibo a patto di avere accesso all’acqua. Anche le giovani ninfe foraggiano relativamente poco.

La ricerca del cibo avviene quasi solo di notte ed è disturbata dall’attività dell’uomo. Gli individui appartenenti a popolazioni numerose sono più attivi e discernono meno nei loro appetiti rispetto a quelli di popolazioni più piccole perché devono competere maggiormente fra loro per il cibo.

Siccome gli scarafaggi si ritiene non siano capaci di rilevare gli odori a pochi centimetri di distanza, la capacità di trovare il cibo sembra essere in relazione a incontri casuali lungo le vie regolari di attività di foraggiamento in base all’esperienza. Se hanno una buona provvista di cibo e acqua vicino al nido, gli individui possono non venire mai in contatto con un’esca posizionata a pochi metri da loro.

Il ciclo di vita di circa 170 giorni e la produzione di ooteche con 30-40 uova prodotte ogni 2-3 settimane, sono la ragione per cui la popolazione di blattella germanica può aumentare in modo considerevole in tempi molto brevi, a dispetto anche di un discreto livello di controllo.

Pianificare al meglio il controllo

Le sfide del moderno controllo degli scarafaggi ci dicono che con un singolo trattamento con esca in gel è difficile che si possa arrivare ad un controllo sufficiente e duraturo.

Anche nelle migliori condizioni possibili, il naturale comportamento delle blatte raramente rende possibile un controllo superiore all’80% con un singolo trattamento con esca.

Nella maggior parte dei casi, un controllo duraturo richiede un approccio integrato basato sulla solida conoscenza delle abitudini degli scarafaggi, ispezione, pulizia e un programma di trattamenti – inclusi un posizionamento finale di esca  e un trattamento in crepe e fessure, se necessario.

Ispezione

Siccome le blatte si aggregano in rifugi protetti e si cibano principalmente di notte, è essenziale un’ispezione approfondita delle aree infestate per pianificare i trattamenti mirati.

È meglio condurre le ispezioni di notte con una torcia e un piccolo specchietto flessibile per esaminare le aree meno accessibili per cercare, oltre a blatte vive, escrementi, insetti morti e vecchie ooteche.

I piretroidi spruzzati nelle crepe e fessure possono essere molto efficaci per snidare temporaneamente le blatte e identificare i siti occupati.

In molti casi, le trappole collanti offrono il mezzo migliore per stabilire l’area e il livello dell’infestazione. Devono essere poste in aree comunemente frequentate per il foraggiamento – in particolare luoghi caldi e umidi come dietro frigoriferi e altre apparecchiature, giunzioni pavimento/parete, intorno ai bordi delle apparecchiature e sotto i mobili, ecc.

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Perché esistono le mosche???

di Dr Moray Anderson BSc(Hons), PhD, FRES, CBiol, FIBiol

Come entomologo professionista che si occupa della biologia delle mosche mi viene spesso chiesto: ” Perché esistono le mosche?” Dopo alcuni grugniti arrabbiati sul fatto che le mosche sono state in giro su questo pianeta per molto più tempo degli umani e che io sono certo che molte mosche si chiederanno “perché esistono gli umani?”, mi calmo e provo a dare una risposta più misurata. La maggior parte dei Ditteri, durante le varie fasi del loro ciclo vitale, svolgono una funzione vitale nella distruzione di diversi organismi morti, resti vegetali, letame e altro materiale organico in decomposizione.

Se si prendono in considerazione i cicli vitali di questi insetti, le femmine hanno organi di senso adattati a localizzare il substrato organico in decomposizione. In particolare, sulle antenne sono presenti dei recettori sensibili agli odori emessi da queste sostanze.

Una volta individuato un sito adatto, la femmina depone le uova: queste sono di piccole dimensioni (0,5 – 1 mm di lunghezza) bianche e rilasciate in gruppi all’interno del substrato alimentare.

Le larve escono dall’uovo di solito in circa 24 – 48 ore e iniziano ad alimentarsi del materiale che le circonda.

Mosche domestiche, moscerini della frutta, sciaridi, foridi, psicodidi ecc. sono tutti esempi di ditteri che hanno i seguenti siti di riproduzione / alimentazione: frutta e verdura sovra matura, terreno contaminato da liquami, tubature rotte e fognature ostruite da acque reflue. È evidente che ci troviamo di fronte a materiale organico con elevata quantità di acqua.

Le larve si nutrono di queste sostanze organiche in tempi diversi e la temperatura dell’ambiente circostante è un fattore critico per determinare la durata del ciclo di sviluppo.

Molti esperimenti hanno dimostrato che le dimensioni dell’adulto che fuoriesce dal pupario e la sua capacità riproduttiva dipendono completamente dalla quantità e dalla qualità della dieta della larva; ad esempio una femmina che si è sviluppata su un substrato ottimale produce un maggior numero di uova.

Oltre all’esterno, il materiale organico colonizzato dalle “mosche e moscerini” risulta abbondante anche negli ambienti interni come abitazioni mal gestite, aziende alimentari, supermercati, bar e ristoranti ecc.

Il focolaio non deve necessariamente occupare una grande area per essere colonizzato: è importante rendersi conto che molti degli insetti sopra menzionati hanno larve estremamente piccole, lunghe 1 – 2 mm, e quindi piccoli accumuli di sostanza organica possono sostenere lo sviluppo larvale di numerosi individui.

In una cucina domestica o commerciale, ad esempio, le piccole zone contaminate tra le piastrelle sul pavimento o sui piani di lavoro possono fungere da punti di alimentazione per le larve di “moscerini” come quello della frutta, i foridi e gli psicodidi.

Anche le superfici, che appaiono a prima vista abbastanza pulite, possono comprendere piccole porzioni in cui vi è un accumulo di detriti alimentari umidi e sufficienti per sostenere lo sviluppo larvale.

I residui spesso assumono un aspetto sgradevole e gelatinoso e questo è esattamente ciò che attrae le mosche.

La consistenza gelatinosa, indicativa di un alto contenuto di umidità, è fondamentale per la sopravvivenza degli stadi giovanili. La disidratazione è spesso causa di morte delle uova e delle larve, particolarmente sensibili alla mancanza di acqua.

I moscerini della frutta, in particolare, si trovano spesso in habitat semi liquidi.

Quindi, proprio come le mosche hanno “un senso” nel grande schema delle cose, così lo sono questi piccoli ristagni di sostanza organica in putrefazione che, evidentemente, sono i motivi di riproduzione e alimentazione delle mosche!

Pertanto, dovrebbero essere ridotti al minimo in tutte le aree in cui il cibo viene preparato, immagazzinato o commercializzato.

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