Il monitoraggio della Cimice Asiatica

La cimice asiatica (Halyomorpha halys) è una specie invasiva che negli ultimi anni ha colonizzato il Nord e alcune aree del Centro Italia. E si appresta ad invadere anche il Sud! Questo insetto (famiglia Pentatomidae), come le classiche cimici verdi e marroni nostrane, durante il periodo più freddo dell’anno tende a insediarsi in ambiente urbano, occupando in gran numero zone asciutte e riparate come porticati, abitazioni, palestre, magazzini, aziende alimentari, ecc. Tuttavia questo grosso fastidio temporaneo per la popolazione è ben poca cosa rispetto al danno economico nel settore agrario, determinato dagli attacchi di questo infestante a numerose piante coltivate (cereali, ortive, alberi da frutta, ornamentali) e forestali. Adulti e forme giovanili tendono a perforare con l’apparato boccale i tessuti vegetali della pianta ospite, provocando problemi rilevanti alla maturazione dei frutti e produzione di semi, con eventuale trasmissione di fitopatogeni. Già ad aprile gli adulti tornano in attività, abbandonando i ricoveri invernali, e nel mese successivo vengono deposte le prime uova (alcune centinaia). In Europa si osserva un’unica generazione all’anno, mentre in Italia di norma ce ne sono due, parzialmente sovrapposte. In un contesto di lotta integrata, è chiaro che il monitoraggio risulta fondamentale per conoscere le dinamica di popolazione e la distribuzione spaziale della cimice asiatica a livello locale. Indubbiamente il sistema PHEROCON di Trecè risulta molto efficace per un approccio conoscitivo, soprattutto se le trappole adesive innescate con il dispositivo per l’emissione del feromone specifico di aggregazione vengono fissate orizzontalmente sulla vegetazione e risultano ben esposte. In presenza di alberi ed arbusti l’altezza ottimale è di circa 2 m dal terreno, preferendo i rami principali e il tronco, mentre sulle piante erbacee i sistemi di cattura vanno ancorati, magari su un tutore oppure un paletto di legno, a circa 1 metro dal suolo. Si posizionano almeno due trappole per sito da controllare, preferendo i margini del frutteto e specialmente le siepi di confine, dove è più facile individuare l’infestante prima che abbia già colonizzato l’area produttiva. Il controllo deve essere effettuato settimanalmente e l’attrattivo va sostituito ogni 3 mesi: il periodo di attività della cimice asiatica in campo può durare da aprile/maggio fino ad ottobre, dipendendo dalle condizioni ambientali e dal tipo di coltura. Purtroppo la lotta a questo fitofago risulta complessa e di difficile soluzione. Attualmente vengono usati prodotti chimici fitosanitari, associati a specifiche reti anti-insetto, ma il futuro sembra associato alla lotta biologica, con l’utilizzo dei parassitoidi in grado di attaccare le uova della cimice. La specie più promettente è Anastatus bifasciatus, piccolo imenottero autoctono allevato in alcune biofabbriche e disponibile già da maggio di quest’anno per la prima immissione sperimentale negli ambienti agricoli da bonificare.
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