Rubrica di Dario n.10: Addio alle postazioni fisse? (Prima parte)

Uno dei capisaldi delle attività di controllo dei roditori degli ultimi decenni prevede la presenza di postazioni fisse rifornite di esca rodenticida. È il modus operandi che si riscontra nella quasi totalità dei casi: in sostanza, si dispongono delle postazioni nell’area oggetto del controllo, si colloca l’esca e si effettuano controlli periodici, verificandone il consumo ed integrandola o, all’occorrenza, sostituendola. Negli anni scorsi, le discussioni hanno riguardato principalmente la distanza fra le postazioni, il tipo di erogatore da utilizzare e le sue caratteristiche, il quantitativo e la natura dell’esca da porre all’interno e la frequenza dei controlli.

Di recente, tuttavia, si è inserito un ulteriore aspetto, che riguarda la durata temporale del trattamento. Ciò è evidente se si dà un’occhiata alle etichette dei rodenticidi. Da questo punto di vista, la dicitura in etichetta è, in effetti, inequivocabile. I trattamenti, si legge, non devono durare più di 6 settimane. Da un punto di vista della logica delle strategie di controllo dei parassiti, ciò è perfettamente coerente con i principi della strategia integrata: si devono usare una serie di metodi per giungere all’obiettivo, e l’uso di rodenticidi è solo uno –e neppure il principale- tra i diversi che possono essere messi in atto. Tuttavia, è indubbio che ciò costituisca un segnale dei cambiamenti che stanno per avvenire nel settore. Quindi, la lotta conto i roditori sta cambiando i suoi connotati: i rodenticidi possono essere usati per affrontare un problema temporalmente e spazialmente ben definito, risolto il quale è necessario adottare tecniche alternative, sia per il controllo che per il monitoraggio. In effetti, fino ad oggi le esche rodenticide nelle postazioni venivano usate per entrambi gli scopi: da una parte per abbattere le popolazioni di roditori, e dall’altra per valutare, attraverso il livello dei consumi, l’entità della popolazione presente e, di conseguenza, il successo delle azioni di controllo.

Il controllo dei roditori sta per cambiare in modo significativo, e l’evoluzione è già in atto. Come spesso succede, quando non è il settore stesso a darsi dei limiti ed evolvere spontaneamente, sono i vincoli posti dalle normative che guidano il cambiamento. In questo caso, è stata l’applicazione delle procedure della Direttiva Biocidi ad aver avuto importanti ricadute, i cui effetti, però, devono in gran parte ancora essere apprezzati.

Nel prosieguo dell’articolo cercheremo di rispondere ad alcune domande che inevitabilmente si pongono: perché si è deciso di intervenire in modo così dirompente? Come mai gli anticoagulanti sono finiti nell’occhio del ciclone? Ed infine: come devono regolarsi i professionisti nell’immediato futuro?

TSD