Rubrica di Dario – N.5: Come scegliere la formulazione (Prima parte)

La formulazione delle esche rodenticide è un aspetto chiave del controllo dei roditori. Per formulazione si intende la matrice alimentare nella quale il principio attivo viene inserito affinché abbia probabilità di essere ingerito dai roditori. Fino a dieci anni fa, nei cataloghi dei distributori di prodotti per il controllo dei parassiti erano presenti parecchie formulazioni diverse, ognuna di esse disponibile per numerosi principi attivi. La Direttiva Biocidi ha però cambiato le carte in tavola, e oggi esistono molte meno formulazioni, meno principi attivi e, di conseguenza, meno combinazioni formulazione-principio attivo. La stessa Direttiva ha, di fatto, molto limitato anche la possibilità di variare gli ingredienti visto che, una volta registrata, una formulazione deve rimanere sostanzialmente invariata nei suoi coformulanti.

Ecco quindi che i margini di manovra dei professionisti si sono molto ridotti, e una conoscenza dei materiali disponibili diventa fondamentale.

Ma quali sono le caratteristiche in base alle quali valutare le diverse formulazioni?

Fino a pochi anni fa ne distinguevamo tre, adesso ne dobbiamo necessariamente aggiungere una quarta. Vediamo quali sono e perché se ne è aggiunta una nuova.

Cominciamo col dire che le formulazioni, negli ultimi venti anni, non hanno visto sostanziali novità, se non per l’uscita dal mercato di alcune di esse.

Non ci sono più i liquidi concentrati che, nonostante non potessero essere considerati una formulazione essi stessi, offrivano comunque la possibilità di creare le esche a proprio piacimento, inserendo gli ingredienti che di volta in volta si ritenevano più adatti al contesto specifico.

Si potevano preparare quindi esche a base di pesce, frutta o nocciole, talvolta anche liquide, a base di acqua o succo di frutta. Tali esche estemporanee erano molto utili in presenza di forte competizione alimentare.

Sono quasi scomparsi i pellets, così come le bustine di cereali o di sfarinati. Non si trovano più i paraffinati puri (formulati in cilindri o dadini) e neppure i gel, i quali, a differenza del settore degli insetticidi, nel campo del controllo dei roditori non hanno mai fatto breccia. Poco diffusi risultano cerali e fioccati.

Di nuovo, come dicevamo, c’è poco o nulla. Ciò che è profondamente mutato è la proporzione in cui i pochi formulati rimasti si dividono il mercato, oggi pressoché monopolizzato da due sole formulazioni.

La prima è costituita dai blocchetti realizzati con procedimenti di estrusione, i quali hanno espanso notevolmente la loro offerta. La seconda è rappresentata dalle bustine di pasta, un formulato ideato e sviluppato proprio in Italia, ma in forte diffusione anche all’estero, che incontra sempre il favore dei professionisti. Le altre formulazioni, essenzialmente costituite da sfarinati e pellets, hanno un’importanza ormai piuttosto marginale.

Ma quali sono le caratteristiche da valutare nella scelta di una formulazione?

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