Rubrica di Mauri N.5: Scorpioni e pseudoscorpioni

È quasi inverno. In questi giorni è difficile pensare ad aracnidi come gli scorpioni, simbolo di ambienti caldi e deserti, eppure in qualche abitazione qualcuno li ha notati! Qualche segnalazione in Centro Italia è stata fatta addirittura all’esterno, sui muri e in prossimità del tetto. Non è così strano in quanto con le basse temperature rallentano semplicemente il metabolismo, e diventano attivi di notte, muovendosi alla ricerca di piccole prede. Hanno otto zampe, una “coda” con l’aculeo del veleno e un paio di grosse chele (pedipalpi) con le quali spesso catturano piccoli invertebrati come collemboli, “pesciolini d’argento”, grilli, blatte, piccoli ragni, “porcellini di terra” (crostacei oniscidi), trattenuti e poi sminuzzati da 2 piccole appendici (cheliceri) situate in prossimità della cavità orale.

Questi cacciatori possono fare anche un pasto alla settimana o digiunare per mesi; utilizzano l’apparato del veleno soprattutto a scopo di difesa e per immobilizzare grossi insetti.

In Italia, dopo complesse analisi genetiche, e morfologiche, sono state individuate numerose specie appartenenti al genere Euscorpius (per alcuni ricercatori almeno 13!), di difficile identificazione e lunghe dai 2 ai 6 cm. Alcune hanno addirittura una distribuzione piuttosto limitata: una specie vive nell’isola di Montecristo e un’altra in provincia di Napoli, isole comprese!

I giovani sono generalmente di colore chiaro, mentre gli adulti possono variare dal nero al marrone molto scuro, anche se alcune popolazioni sono di colore giallastro. Gli accoppiamenti avvengono in primavera/estate: dopo una gestazione di 7-13 mesi, la femmina “partorisce” 5-30 piccoli, biancastri e lunghi pochi mm. La madre li trasporta sul dorso per diversi giorni, fino al completamento della seconda muta. Quindi i giovani si allontanano e raggiungono la maturità sessuale dopo 1-2 anni. Durante il giorno si nascondono negli anfratti bui e umidi degli ambienti naturali, ma diverse specie frequentano con successo gli ambienti urbani, colonizzando in particolare legnaie, muretti a secco, fessure di abitazioni antiche, scantinati, infissi vetusti di porte e finestre, massi e legname umido a contatto con il terreno. Generalmente sono timidi, inoffensivi e tendono a fuggire; solamente in pochi casi possono pungere. Se ciò accade, il dolore è piuttosto intenso, come quello di una puntura di un’ape o di una vespa, ma raramente si possono riscontrare sintomi più seri.

In presenza di una infestazione, è necessario bonificare prima di tutto l’ambiente esterno, eliminando ed allontanando i potenziali rifugi degli scorpioni come materiale accatastato, pietre, rami e cortecce Un trattamento chimico (formulazioni: microincapsulati/sospensioni concentrate) sul perimetro, in crepe, cavità e su parte dei muri, fino ad un’altezza di 1-2 m, permetterà di risolvere o minimizzare nel tempo il problema. All’interno dei locali, oltre a disinfestazioni mirate nelle aree critiche e all’utilizzo di fumogeni e/o bombolette autosvuotanti, se gli individui sono presenti in numero limitato possono essere posizionate delle semplici trappole a colla lungo i potenziali passaggi e in prossimità degli accessi con l’area esterna.

Pochi invece conoscono gli pseudoscorpioni, appartenenti alla fauna tipica del suolo. Sembrano scorpioni in miniatura (1-8 mm), ma sono privi della “coda” e dell’aculeo.

Sono eccellenti predatori di minuscoli artropodi come larve, acari, collemboli, psocotteri e, anche se sfuggono alla vista, non è così raro scoprirli negli ambienti domestici e in qualche azienda alimentare. Ad esempio Chelifer cancroides e Chthonius sp. si trovano sovente nelle abitazioni, in punti molto umidi come i bagni, sotto vecchi giornali e nei nidi di piccoli volatili, mentre Cheiridium museorum, anche se si riscontra in ambienti simili, non disdegna vecchie biblioteche e collezioni museali.

Diversi anni fa alcuni studi del Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università di Catania avevano evidenziato all’interno di vecchi magazzini contenenti grano rovinato e in cattive condizioni igieniche numerosi individui di Withius piger, i quali predavano soprattutto larve di tribolio. Un altro curioso comportamento di questi inoffensivi cacciatori è quella di spostarsi da un sito all’altro utilizzando come mezzo di trasporto insetti (ditteri, coleotteri, imenotteri), mammiferi ed uccelli. Di fatto sono come autostoppisti che, senza farsi notare e “aggrappandosi” con le loro appendici, si fanno dare un passaggio su lunghe distanze!