Rubrica di Roberto N.8: Un “viaggio” tra i tessuti – Seconda e ultima parte

Riprendiamo ora il nostro affascinante “viaggio” tra i tessuti, questa volta con l’intento di incontrare sul nostro percorso i tenaci coleotteri. Ma prima facciamo un piccolo passo indietro ricordando ancora una volta che le specie di questo gruppo possiedono la capacità di digerire la cheratina, componente base dei tessuti di origine animale (pelli, lana, pellicce) e vegetale. Si tratta di una scleroproteina che però non è in grado da sola di soddisfare per intero il fabbisogno alimentare giornaliero di questi insetti che si vedranno necessariamente costretti ad integrare la loro dieta con altre sostanze contenenti proteine e vitamine, in particolar modo quelle del gruppo B, che sono invece completamente assenti nella cheratina; ne sono un esempio le farine di pesce e di carne, i germi di cereali, l’albume di uovo essiccato e il lievito liofilizzato.

Gran parte di questi coleotteri dei tessuti appartengono alla numerosa famiglia Dermestidae, i cosiddetti “mangiatori di derma”, in cui vi rientrano specie di piccole dimensioni (dell’ordine dei 2-5 mm) dal corpo rotondeggiante, appartenenti principalmente a due generi: Attagenus e Anthrenus. Sono insetti che preferiscono alimentarsi in aree riparate e buie all’interno di case e magazzini (al di sotto di arredi e mobilio oppure in armadi e ripostigli) e rimanendo lì indisturbati a banchettare. Il più delle volte le loro infestazioni possono passare inosservate anche per diversi anni, soprattutto in quelle aree dove la pulizia non viene svolta regolarmente. Riescono a rimanere a digiuno per lunghissimo tempo, addirittura fino a otto mesi, e naturalmente il numero delle mute delle loro larve è molto variabile e dipende proprio dalla disponibilità e dalla qualità del cibo; ciò inevitabilmente incide sulla durata dell’intero ciclo biologico.

Iniziamo con il conoscere brevemente le due voraci specie di Attageni, l’Attagenus pellio e l’Attagenus unicolor.

L’adulto della prima specie è di colore bruno con presenza di peli bianchi che ricoprono la base del protorace (zona compresa tra capo e addome) sia nella parte mediana che ai lati di essa. Anche le elitre presentano queste formazioni pelose biancastre localizzate principalmente nella parte centrale di ciascuna elitra, in prossimità della visibile linea di sutura. E’ una specie cosmopolita, le cui larve danneggiano pelli, pellicce, tappeti, piume e lane. Esse sono di forma allungata (di circa 7-8 mm di lunghezza) e ricoperte di una finissima peluria rosso-dorata con lunghe setole all’estremità del loro corpo a formare una sorta di pennello.

Gli adulti fanno la loro comparsa nei mesi di maggio e giugno e a differenza di quanto si creda, non arrecano alcun danno a materiali tessili di alcun genere ma preferiscono, ove possibile, portarsi sui fiori di diverse piante per nutrirsi di polline e nettare. Solo dopo gli accoppiamenti le femmine raggiungono tappeti, lane, pelli e pellicce, per deporvi le uova dalle quali, dopo un periodo di incubazione variabile dai 6 ai 12 giorni, fuoriescono le voraci larve.

A sinistra: Adulto di Attagenus pellio (fonte: renrenzhineng.pw) – A destra: larva di Attagenus pellio (fonte: alchetron.com)

L’Attagenus unicolor, invece, è di colore uniformemente nero o marrone scuro negli individui adulti e privo di peli bianchi, mentre le larve di forma tendenzialmente conica sono ornate da peli di colore bruno-rossatro con sfumature dorate e con estremità del corpo questa volta sprovvisto del ciuffo di setole, a differenza della precedente specie.

A sinistra: Adulto di Attagenus unicolor (fonte: insecta.pro) – A destra: larva di Attagenus unicolor (fonte: www.insectimages.org)

Ogni anno attendiamo intrepidi l’arrivo della primavera e delle sue bellissime giornate di sole che ci riempiono il cuore di buonumore e ci spingono al primo mattino ad aprire la finestra del nostro appartamento per lasciarci avvolgere da quella dolce aria frizzantina che risveglia i nostri sensi, accompagnata dall’intenso profumo dei gelsomini e delle piante di agrumi in fioritura, e lasciarla aperta per gran parte della giornata. Naturalmente la bella stagione non arriva solo per noi, ma anche per gli insetti che vivono continuamente nei nostri ambienti, a volte silenti e volte invadenti. Infatti tra le diverse specie della nostra entomofauna anche gli Antreni come gli Attageni fanno il loro ingresso nelle nostre abitazioni, dal verde circostante dove gli adulti si nutrono.

Pur essendo abbastanza piccoli (dai 2 ai 5 mm di lunghezza), gli Antreni adulti non passano completamente inosservati per la colorazione maculata delle loro elitre, differente da specie a specie; nell’Anthrenus verbasci, una delle specie maggiormente diffuse, le elitre sono nere con tre bande bianco-giallastre disposte trasversalmente, mentre gli individui di Anthrenus museorum sono provvisti di squamette di colore biancastro che ricoprono le nere elitre formando un disegno ad “X”. Più articolato è invece il disegno formato dalle squamette di colore bianco della specie Anthrenus delicatus, esse infatti sono disposte a formare, in ciascuna delle due elitre, un’unica corta banda bianca che a partire dalla sommità dell’elitra confluisce in un’estesa area.

A sinistra: Adulto di Anthrenus museorum (fonte: www.biolib.cz) – A destra: Adulto di Anthrenus delicatus (fonte: www.naturamediterraneo.com)

Le larve di Anthrenus verbasci possiedono un aspetto davvero curioso; esse infatti sono di forma tronco-conica, alla cui estremità posteriore è presente su ciascun lato tre ciuffi di setole appiattite. Il resto del corpo, di colore giallo e parzialmente brunastro in corrispondenza delle due estremità, è ornato di peli bruni.

Si rinvengono spesso negli interstizi, come ad esempio negli spazi fra i battiscopa e il pavimento, per nutrirsi di detriti di materiale feltroso e lanoso per poi estendere la loro attività alimentare a danno dei tessuti di lana di qualsiasi tipo: capi di abbigliamento, imbottiture di materassi, rivestimenti di poltrone e divani, ecc. Ma la loro voracità non si limita soltanto ai tessuti, le loro infestazioni interessano anche derrate alimentari, in particolar modo frumento e farine.

Le larve, prima di trasformarsi in adulti, effettuano normalmente dalle 5 alle 6 mute al termine del quale si impupano dentro il substrato attaccato.

A sinistra: Adulto di Anthrenus verbasci (fonte: bugguide.net) – A destra: larva di Anthrenus verbasci (fonte: independentpestconsultancy.com)

Parlare di semplice intervento di disinfestazione per eliminare gli insetti dei tessuti, siano essi lepidotteri o coleotteri, è estremamente riduttivo. Contro questo tipo di infestante il disinfestatore dovrà agire con la massima professionalità adottando un sistema integrato di gestione basato sulla prevenzione, lotta e monitoraggio continuo, soprattutto in quei contesti considerati sensibili dal punto di vista del rischio economico in cui potrebbero essere soggetti, come le grandi, medie e piccole realtà aziendali del settore tessile.

Il primo passo consiste senz’altro nel saper riconoscere un eventuale inizio di infestazione e nel caso identificarne l’insetto responsabile, il che non è assolutamente semplice se si è completamente inesperti. Quando i segni dei danni sono molto visibili, come ad esempio i fori di forma irregolare sulla maglieria prodotti dall’attività trofica delle larve, il più delle volte sono segnali di un’infestazione ormai consolidata ed in espansione, mentre in una iniziale infestazione occorrerà saper individuare tempestivamente alcune tracce della loro presenza. Ne sono un esempio il rinvenimento di esemplari adulti vivi o morti generalmente in prossimità delle finestre, oppure l’individuazione di escrementi ed esuvie (residui della muta) derivanti dall’attività larvale in prossimità della parte inferiore di mobili, intorno ai battiscopa o negli angoli e ovviamente all’interno dei tappeti. Se si è poi particolarmente fortunati e si è dotati di una vista acuta, si potrebbero osservare addirittura le uova; una vera e propria impresa titanica visto le loro ridottissime dimensioni.

La prevenzione da sola non è sempre sufficiente ad impedire che un infestante entri all’interno di un determinato ambiente e lo colonizzi, ma sicuramente la sua azione influirà negativamente sulle condizioni microclimatiche e sulla reperibilità della fonte alimentare, rendendo quell’ambiente il più possibile inospitale per l’insetto. Per il disinfestatore sarebbe una buona prassi fornire al suo cliente, sia che si tratti di un privato o di un’azienda, una sorta di vademecum sulla corretta gestione preventiva, in questo caso, dei tessuti, in cui si evidenzia l’importanza di mantenere completamente puliti e arieggiati gli armadi, i cassetti e i locali, nel caso delle industrie tessili, dove vengono abitualmente riposti gli abiti dopo averli opportunamente lavati a secco o in acqua a temperatura di almeno 50°C. Contestualmente si possono utilizzare sacchetti o borse antitarme al profumo di canfora, ottimo deterrente attualmente disponibile in commercio, per prevenire un nuovo insediamento.

In contesti industriali, decisamente più complessi da gestire, è molto importante poter prevedere l’installazione di trappole a luce UV e trappole a feromone per la cattura degli adulti, ottimi strumenti di monitoraggio, oltre ad un sistema di pest proofing tutt’altro che banale che prevede l’installazione di zanzariere alle finestre. Un altro aspetto assolutamente rilevante è l’utilizzo di condizionatori e deumidificatori all’interno dei depositi, che dovranno garantire una bassa temperatura e una riduzione dei valori di umidità in maniera costante.

In presenza di conclamata infestazione si potrà intervenire o con fumogeni insetticidi, nei formati idonei alla cubatura che si intenderà trattare, o disinfestando in prossimità dei tessuti, che dovranno essere ben distanziati tra loro, nonché sulle pareti del locale con insetticidi in formulazione acquosa a base di piretroidi.