Prove di efficacia sull’S-Methoprene (Prima parte)

INTRODUZIONE

In tutto il mondo si osserva l’apparizione e la proliferazione di specie invasive di zanzara e la minaccia delle malattie veicolate dalle zanzare. Il riscaldamento globale indica che rischiamo seriamente l’apparizione di una serie di specie invasive non solo in Europa ma anche in America Latina. Negli ultimi anni è stata notata la diffusione rapida sud-nord della zanzara tigre (Aedes albopictus). La diffusione del virus Zika provoca preoccupazione in molti paesi e sono stati assegnati enormi sforzi e alcuni mezzi finanziari per trovare soluzioni per fermarne la diffusione.

Inoltre, in Europa – a causa del regolamento sui prodotti biocidi – la diminuzione degli adulticidi e dei larvicidi o il loro uso limitato creano una situazione in cui sempre meno strumenti sarebbero disponibili in caso di picchi di infestazione grave. In tali circostanze, il larvicida sta diventando uno strumento sempre più importante.

Gennaio 2017: Distribuzione conosciuta in Europa

Accanto all’uso diffuso dei diversi larvicidi a base di ceppi Bti, i Regolatori di Crescita degli Insetti (IGR) sono i più importanti larvicidi con forti possibilità di sopprimere le infestazioni di larve dalle zanzare. È una consapevolezza comune che alcune delle formulazioni basate su IGR sono adatte per applicazioni pre-emergenti, con le quali è possibile ottenere un controllo tempestivo. In Europa, a seguito della valutazione molto severa di Diflubenzuron, Pyriproxyfen e S-metoprene, è probabile che solo le ultime due sostanze attive rimangano come strumenti per il futuro. La limitata disponibilità di larvicidi influenza direttamente la gestione delle resistenze.

  1. PRINCIPIO ATTIVO TESTATO: Regolatore di Crescita S-methoprene

Il Methoprene è un IGR attivo contro una varietà di specie di insetti, incluse le zanzare. EPA (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente – USA) ha classificato il Methoprene come pesticida biochimico o biorazionale. Oggi è più commune l’utilizzo di S-methoprene.

  • 1.1 MODO D’AZIONE del S-methoprene

S-methoprene è un regolatore di crescita degli insetti che imita l’ormone giovanile naturale (JH) nelle zanzare. Gli ormoni giovanili sono responsabili della crescita negli stadi larvali tardivi. La quantità di ormone giovanile diminuisce per ogni stadio larvale e durante il quarto stadio prima della muta da larva a pupa, il livello di JH diventa quasi zero. L’effetto di S-methoprene durante questi stadi sensibili produce deformità morfologiche, anomalie che portano alla morte per annegamento. S-methoprene ha effetti minori, o nessun effetto, di controllo su zanzare che hanno già raggiunto la fase pupale o adulta. Le specie più suscettibili sono Aedes, Anopheles e Ochlerotatus, mentre le Culex sono leggermente meno sensibili. S-methoprene ha caratteristiche tossicologiche e ambientali favorevoli.

Modo d’azione di S-methoprene sulle larve di zanzara.

Mentre il trattamento con insetticidi di contatto mira a controllare le zanzare adulte e mature, l’obiettivo del trattamento larvicida sono le fasi di larva e di pupa delle specie di zanzare. In termini di efficacia quest’ultimo è più efficace, in quanto circa il 90% delle zanzare in sviluppo si trovano in acqua, mentre le restanti sono le zanzare alate e volatrici. L’essenza del controllo della zanzara di oggi dovrebbe concentrarsi sull’interruzione del il ciclo di sviluppo delle zanzare.

  1. FORMULAZIONI STUDIATE

Durante le fasi di sviluppo della formulazione, sono state prese in considerazione le diverse specie di zanzara e gli habitat, i sistemi di ritenzione idrica, le applicazioni e gli utenti finali. Quindi, sono state sviluppate e studiate diverse formulazioni a base di S-metoprene.

 

Questa formulazione contenente 5,0 % di S-methoprene è stata sviluppata per gli operatori professionali. Al fine di ottenere sia effetto immediato che residuo, la formulazione contiene S-methoprene libero e microincapsulato. La formulazione è raccomandata contro Aedes e Culex spp. A seconda della profondità dell’acqua e tenendo conto del tipo di luogo di sviluppo, i dosaggi variano da 220 a 400 ml di concentrato per ettaro, diluiti con acqua. Da 5 a 50 litri della soluzione di lavoro della suddetta concentrazione devono essere distribuiti per ettaro da irroratrici a mano, spalleggiate o motorizzate.

Le compresse di Biopren® TABLET (LARVICOL COMPRESSE) contengono lo 0,5% di S-methoprene e sono tipicamente utilizzabili contro Aedes aegypti, Aedes albopictus e Culex pipiens. Le compresse effervescenti da 2,0 grammi sono destinate ad essere utilizzate sia dagli operatori professionali che dal pubblico amatoriale. Le aree umidi trattabili sono molte. Le tipiche aree professionali di trattamento sono i sistemi di drenaggio delle acque piovane e le cisterne nelle città, i fossi e le aree coperte di acqua in eccesso, aree inondate ecc. La compressa da 2,0 grammi è adatta per il trattamento di 1000-2000 litri d’acqua. I trattamenti da parte del pubblico amatoriale sono principalmente stagni isolati, fontane, piscine inutilizzate, fusti per la raccolta dell’acqua piovana. L’uso di compresse è altamente raccomandato soprattutto dove Aedes albopictus è presente nei sistemi di ritenzione idrica più piccoli.

  1. METODOLOGIA DELLE PROVE D’EFFICACIA

Gli studi con IGR in generale richiedono un approccio diverso rispetto agli studi effettuati con i larvicidi tradizionali. Invece che l’effeto letale, viene osservata l’inibizione dell’emergenza dell’adulto. Gli IGR non hanno alcun effetto letale diretto. Applicando S-methoprene, l’aumento del livello di ormone fornito dal prodotto lo sviluppo degli insetti. La mortalità avviene per soffocamento e affogamento.

  • 3.1 STUDI DI LABORATORIO

Gli studi di efficacia di base sulle specie Aedes aegypti e Culex pipiens sono stati condotti nel laboratorio di Babolna Bio. Alcuni di questi studi sulle stesse specie e alle stesse, o simili, concentrazioni di S-methoprene sono state ripetute nel Laboratoire indipendente T.E.C. in Francia. Gli studi su Aedes albopictus sono stati eseguiti nel Laboratoire T.E.C..

120 ore prima della prova, i 17 contenitori vengono riempiti con acqua di rubinetto. La temperature dell’acqua si uniformizza con quella ambiente e il cloro evapora. La temperatura ambiente è di 23 – 26 ºC e l’umidità relativa è del 40-50%. Le condizioni di luce naturale sono mantenute. Al fine di ridurre al minimo l’evaporazione e la presenza di alghe, i contenitori sono coperti da un reticolo fine. Cibo per conigli granulato viene aggiunto a ogni contenitore come nutrimento.

Le soluzioni di lavoro sono preparate. Per ciascuna dose sono state effettuate tre ripetizioni. Con una pipetta di vetro vengono selezionati in ciascun contenitore 50 larve L3 – L4 di zanzara. L’impostazione per il controllo è la stessa, ma invece di larvicidi viene utilizzata acqua di rubinetto.

I contenitori di prova vengono esaminati ogni 24 ore. Le larve morte e, occasionalmente, le pupe morte vengono rimosse e il loro numero registrato. Successivamente, le larve vive vengono raccolte e messe in un contenitore di plastica contenente 500 ml di acqua di rubinetto pulita e non fresca. I contenitori sono ricoperti con una rete fine. Il numero di stadi immaginali vivi e volanti (che vengono poi uccisi mediante raffreddamento) vengono conteggiati ogni giorno. Le larve incapaci di mutare ed emergere correttamente, o quelle che non hanno potuto lasciare la superficie dell’acqua e sono state annegate, sono state considerate morte e classificate in uno stesso gruppo. Il test rapido o immediato di cova dura di solito 7 – 9 giorni.

I test di residualità sono uguali a quelli sopra descritti. Dopo ogni 8-10 giorni, un nuovo lotto di larve L3 – L4 viene messo nell’acqua trattata per dimostrare l’impatto della formulazione. Il processo viene interrotto quando ogni stadio nei contenitori trattati e nei controlli è morto, o annegato o incapace di lasciare la superficie dell’acqua o schiudere come un adulto vivo.

La seguente formula viene utilizzata per determinare la percentuale di inibizione della nascita:

Inibizione allo sviluppo dell’adulto (%) = 100 – T/C x 100

Dove:  T= sviluppo % nei campioni trattati

C= sviluppo % nel gruppo di controllo

L’efficacia di un larvicida è considerata accettabile se, alla fine della prova, l’inibizione dell’emergenza rimane superiore al 90%. In generale, le prove vengono terminate quando l’inibizione scende al di sotto del 70%. Secondo le linee guida dell’OMS, se l’emergenza adulta nel controllo è inferiore all’80%, il test dovrebbe essere scartato. Se la percentuale di inibizione è compresa tra 80 e 95%, i dati vanno corretti utilizzando la formula Abbott. Il risultato ottenuto indica l’inibizione dell’emissione in percentuale.

  • 3.2 Prove in semi-campo

Gli studi sono fatti all’aperto in fusti di plastica da 200 litri. Il numero di repliche per una dose varia da 3 a 5, più il controllo. I fusti sono esposti all’eventuale luce solare ogni giorno per circa 2 o 3 ore, sia al mattino presto che nel tardo pomeriggio. La luce solare continua non è preferita per evitare la formazione di alghe. 120 ore prima dell’inizio della prova, i fusti vengono riempiti con 150 litri di acqua di rubinetto e sono poi coperti da un coperchio in plastica.

Le temperature dell’acqua vengono registrate e viene aggiunto il cibo per conigli. Il larvicida in prova viene dosato come richiesto. 100, 150 o 200 lotti di larva L3 di zanzara vengono poi messi nell’acqua. La stessa procedura viene eseguita con il controllo, ad eccezione dell’aggiunta del larvicida in prova.

Dal 3 ° giorno vengono controllati i fusti. Le pupe vengono rimosse e messe in un vasetto di vetro riempito con 200 ml di acqua stantia per osservare il loro ulteriore sviluppo. Anche le pupe morte vengono rimosse e contate. Le larve non recuperate sono considerate morte. Questo periodo dura per un massimo di 8-10 giorni dopo il quale ogni individuo viene completamente rimosso. Il metodo sopra descritto fornisce il valore dell’inibizione allo sviluppo in percentuale.

Per gli studi di residualità viene introdotto un nuovo lotto di larve di zanzara. L’ulteriore procedura e l’inibizione dell’emergenza vengono calcolati con lo stesso metodo descritto nel capitolo “Studi di laboratorio”.

  • 3.3 Prove in campo

Lo studio è stato effettuato tra il 31 agosto e il 4 ottobre 2011 con Culex pipiens nel fosso dell’area di drenaggio della pioggia della centrale elettrica AES Tisza di Tiszaújváros, in un’area di 1400 m x 2 m). Sono stati trattati tre appezzamenti e sono state mantenute anche tre aree di controllo non trattate. Sono state utilizzate trappole per larve di zanzara emergenti.

Le trappole galleggianti vengono utilizzate per trattenere le larve L3 e L4. Dopo il trattamento, le trappole galleggianti con le larve vengono introdotte nell’acqua. A seconda delle condizioni atmosferiche, solitamente dopo 7 – 14 giorni, le trappole vengono completamente svuotate in un vaso pulito pieno di acqua non trattata per ulteriori osservazioni. Un nuovo gruppo di larve viene introdotto nelle trappole galleggianti per stabilire la capacità residuale del larvicida. Da qui in poi la stessa procedura viene ripetuta come sopra descritto.

Continua con I RISULTATI e LE CONCLUSIONI

Provecta: un nuovo approccio per contrastare la resistenza agli insetticidi

Mentre gli insetticidi hanno notevolmente migliorato la salute umana e la produzione agricola in tutto il mondo, la loro utilità è stata limitata dall’evoluzione della resistenza in molti fra i più importanti parassiti, tra cui alcuni che sono diventati parassiti solo a seguito dell’uso di insetticidi. Pertanto è di fondamentale importanza che tutte le future tattiche di controllo dei parassiti tengano conto della possibilità dell’evoluzione della resistenza. È altresì possibile che la suscettibilità dei parassiti, una risorsa naturale preziosa, venga lentamente sperperata e forse non sarà mai più possibile ottenere un controllo chimico degli insetti sulla scala raggiunta tra il 1945 e il 1965 (Wood, 1981). Di conseguenza, una migliore gestione dei parassiti richiede un approccio più moderno.

I coadiuvanti sono sempre stati utilizzati almeno quanto i pesticidi stessi. Nella prima parte di questo secolo, le proteine animali come il caseinato di calcio sono state utilizzate come disperdenti per l’arseniato di piombo e le colle animali sono state usate come adesivanti (Witt, 2012). I pesticidi disponibili allora non erano efficaci come gli attuali, erano difficili da formulare e dispersi in modo inadeguato. Solo pochi colloidi naturali e tensioattivi erano disponibili come coformulanti.

L’attenzione verso il miglioramento delle formulazioni, ha evidenziato l’importanza dei coadiuvanti come mezzo per aumentare la massima efficacia di un numero limitato di pesticidi disponibili. Oggi i coformulanti hanno una parte ben riconosciuta nella chimica di formulazione e aiutano a migliorare l’efficacia dei prodotti.

Sebbene questi sviluppi storici fossero tutti diretti al miglioramento delle formulazioni agricole, il concetto può essere utilizzato anche nel controllo dei parassiti urbani. Conseguentemente, permetterà la continuità e la suscettibilità dei parassiti

Ridurre la resistenza accumulata nei parassiti urbani.

I coadiuvanti svolgono un ruolo significativo nella riduzione di diversi problemi incontrati durante l’applicazione a spruzzo, nonostante siano stati fatti progressi nella scoperta di nuovi principi attivi antiparassitari e il miglioramento delle tecniche applicative.

I problemi incontrati durante l’applicazione dei pesticidi comprendono: deriva, copertura, aderenza, volatilizzazione, penetrazione, solubilità, tensione superficiale, schiumatura, sospensione, evaporazione, stabilità, incompatibilità, degradazione e odore. I coadiuvanti sono utilizzati per ridurre al minimo questi problemi mediante il tamponamento e l’adesività e anche riducendo i fattori come la schiumatura, la diffusione, l’evaporazione, la deriva, la volatilizzazione e l’odore. Essi aiutano ad aumentare l’efficacia dell’applicazione, aumentando compatibilità, dispersione e bagnatura.

Questo articolo tratta di un coadiuvante totalmente nuovo che migliora l’efficacia della formulazione attraverso un meccanismo fisico; un approccio completamente nuovo e promettente ai problemi attuali nel settore del controllo dei parassiti. Il prodotto “Provecta” è una miscela unica di composti polimerici che possono essere combinati con insetticidi per un trattamento più efficace. Genera una specifica azione di contatto che comporta la disidratazione e eventuale soffocamento attraverso i seguenti meccanismi:

DIFFUSIONE

Quando applicato fornisce una rapida e uniforme diffusione, contribuendo così a penetrare appieno nella superficie trattata.

Inoltre aumenta la probabilità che l’insetticida venga trasferito all’insetto tramite contatto, migliorando la biodisponibilità del principio attivo. Questo è un parametro cruciale quando si tratta di popolazioni resistenti che vivono in luoghi inaccessibili, ad es. cimici dei letti (Fig. 1).

IMMOBILIZZAZIONE

Dopo l’applicazione crea una struttura tridimensionale a rete incrociata sulla superficie del parassita bersaglio, coprendo l’insetto e immobilizzandolo.

Questo porta ad una maggiore esposizione al principio attivo. Inoltre migliora l’efficacia attraverso gli effetti cumulativi dei due meccanismi, vale a dire neurotossici e fisici (Fig. 2).

DISIDRATAZIONE E/O SOFFOCAMENTO

Una volta applicata, la formulazione penetra completamente nella superficie corporea del parassita e riempie gli spiracoli (che hanno peli all’apertura per il filtraggio e una valvola per controllare il flusso d’aria) o impedendone la chiusura o mantenendoli chiusi. Ciò porta alla disidratazione e al soffocamento. Entrambi gli effetti fisici alla fine uccidono l’insetto infestante (Fig. 3).

Tutte queste caratteristiche combinate, una maggiore diffusione, immobilizzazione (modificazione del profilo di esposizione) e effetti fisici, migliorano significativamente l’efficacia della formulazione e producono una mortalità più rapida (figg. 4 a 6).

Diapositiva2

Tempo di abbattimento (in minuti)DeltametrinaDeltametrina + Provecta
5021,116,3
9038,628,8
9547,434,9
9974,553,3

Fig.6 Tempo di abbattimento in minuti per la Blattella germanica maschio, contatto forzato su superficie non porosa

DISCUSSIONE

Gli insetticidi utilizzati nel controllo dei parassiti urbani possono avere un forte impatto sulla salute umana (Dhang, 2011) e sull’ambiente. Tuttavia, il loro impiego è limitato dall’evoluzione della resistenza negli insetti, con conseguente necessità di dosi di insetticida più elevate per ottenere trattamenti efficaci. La domanda di una gestione sicura dei parassiti richiede metodi più efficienti che tengano conto della sicurezza dell’ambiente e delle specie non bersaglio, con un aumento dei costi e una maggiore regolamentazione. Un prodotto coadiuvante con un modo unico di azione potrebbe essere un candidato perfetto per un’alternativa moderna ed efficace. Provecta, un efficace coadiuvante ad azione fisica può aiutare ad affrontare il problema crescente della resistenza agli insetticidi.

Riferimenti:

Wood, RJ. (1981) In Genetic Consequences of Man-made Change (Bishop, I.A. and Cook, L.M., Eds), pp. 53-96, Academic Press Witt J. M. (2012) . Agricultural spray adjuvants Oregon State University Pesticide Safety Education Program (PSEP) fact sheets. Dhang, P (2011).

Insecticides as urban pollutants. In: Dhang, P (ed.) Urban Pest Management: An Environmental Perspective CAB International London, pp 1-18. Mallet J., (1989). The Evolution of Insecticide Resistance: Have the Insects Won? TREE vol. 4, no. 7 1, November

International Pest Control, Volume 57, Number 4, July/ August 2015, page 234

by David Liszka* and Partho Dhang**

* ICB Pharma, ul. Mozdzierzowcow 6a, 43–602 Jaworzno, Poland

** Independent Consultant, 2410 Belarmino Street, Makati City, Philippines.

Notrac Blox: valutazione comparativa dell’appetibilità di esche rodenticide attraverso prove sperimentali sul campo

Si ringraziano Giulia Sozio e Paolo Sposimo, dell’azienda NEMO Srl, per lo sviluppo e l’elaborazione di questa relazione tecnica.

Un ringraziamento va anche al nostro amico e fidato professionista Dott. Dario Capizzi, che ci ha guidati nel progetto.

RELAZIONE TECNICA

Attualmente, il controllo delle popolazioni di roditori viene conseguito, nella quasi totalità dei casi, mediante la somministrazione di esche rodenticide. Tali esche, per essere accettate ed ingerite dalle popolazioni bersaglio, devono essere formulate in modo da garantire adeguata appetibilità.

Obiettivo della sperimentazione è quello di valutare l’appetibilità di 4 formulati di esche rodenticide a diversa composizione.

La valutazione dell’appetibilità dei formulati è stata effettuata attraverso esperimenti di food choice, consistenti nella somministrazione in campo e la successiva analisi statistica dei consumi (grammi di esca consumata) rilevati nel tempo ad opera delle popolazioni dei roditori target.

I quattro prodotti da confrontare sono tutti blocchetti paraffinati a base di bromadiolone 0,005% + denatonio benzoato:

Prodotto “A”, Prodotto “B” e Prodotto “C”: formulazioni di produttori italiani.

Prodotto “D”: NOTRAC BLOX (dell’azienda americana Bell Labs).

Lo studio è stato svolto a Roma in due diverse aree (Fig. 1):

• un Circolo Ippico (di seguito denominato “Maneggio”), situato lungo le rive di un fiume, in piena area metropolitana.

• una Cooperativa Agricola, un’area agricola situata in una Riserva Naturale, alle porte di Roma (di seguito denominata “Azienda Agricola”).

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Fig. 1. Aree di studio e posizioni degli erogatori: a sinistra l’Azienda Agricola e a destra il Maneggio
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Fig. 1. Aree di studio e posizioni degli erogatori: a sinistra l’Azienda Agricola e a destra il Maneggio

Prima di iniziare l’esperimento, per confermare la presenza di roditori in entrambe le aree è stato effettuato un sopralluogo con posizionamento di 6 erogatori in ciascuna, controllati dopo 3 giorni (Maneggio) e 4 giorni (Azienda Agricola). In entrambe le aree è stata confermata la presenza di ratti (Rattus sp.) e topi (Mus musculus), quindi si è proseguito con l’esperimento posizionando i restanti erogatori.

Disegno sperimentale e posizionamento degli erogatori

Le esche sono state somministrate in entrambe le aree con il medesimo disegno sperimentale. I prodotti, ancorati agli appositi perni, sono stati posti negli erogatori a coppie, con 2 blocchetti per prodotto posizionati in modo alternato (es. ABAB). Ogni coppia rappresentava quindi un confronto diretto tra due prodotti, o trial. Le coppie sono state assortite in modo che le sei possibili combinazioni fossero rappresentate in egual numero (N=8; Tabella 1). In base a tale disegno, ogni singolo trial è stato replicato 8 volte, e ogni formulato è stato somministrato in un totale di 24 erogatori.

Gli erogatori sono stati posizionati in modo opportunistico in punti valutati idonei o segnalati dal personale del luogo (es. lungo gli argini del fiume, all’interno di capanni con mangimi o cereali, in prossimità delle stalle, ecc.). In ogni area sono stati selezionati 12 punti, e in prossimità di ciascun punto sono stati posizionati 2 erogatori a distanza di 1-10 metri, assortiti in modo che in ciascun punto fossero disponibili tutti e 4 i prodotti (ad esempio: attorno al punto 1 era posizionato un erogatore con i prodotti AB e uno con i prodotti CD). Questo accorgimento è stato adottato per aumentare le probabilità che ciascun roditore potesse entrare in contatto con tutti e quattro i prodotti ed essere sottoposto ad almeno due trial di confronto.

Dove necessario, gli erogatori sono stati ancorati al suolo con del fil di ferro, e all’interno di essi è stato inserito anche del sale grosso per limitare l’interferenza di chiocciole e lumache. L’utilizzo dell’esca insetticida per formiche non è stato necessario.

Tabella 1. Distribuzione delle coppie di prodotti da testare nelle due aree di studio

Schema temporale e protocollo dei controlli

Gli erogatori sono stati controllati a giorni alterni per 5 volte (più un controllo 0 iniziale per 12 erogatori per confermare la presenza dei roditori; Tabella 2).

Ad ogni controllo un erogatore è stato definito “visitato” quando vi erano chiare tracce di consumo (riduzione dell’esca, chiari solchi degli incisivi) o escrementi di roditore all’interno (Fig. 2). Le esche residue sono state pesate tramite bilancina a molla (precisione 1 g) per quantificarne il consumo, ottenuto per differenza rispetto al peso al controllo precedente. I blocchetti consumati per più di metà del loro peso sono stati sostituiti per garantire una maggiore disponibilità di prodotto. Infine, la posizione delle esche all’interno degli erogatori è stata invertita ad ogni controllo per escludere eventuali effetti dovuti alla posizione e/o all’esperienza dei roditori (ad esempio, se al primo controllo i prodotti erano posizionati secondo lo schema ABAB, al controllo successivo la loro posizione veniva invertita, secondo lo schema BABA).

Tabella 2. Schema temporale dei controlli

Analisi dei dati

I dati sono stati analizzati a diversi livelli:

1) VISITE AGLI EROGATORI: in questa fase si è analizzata la probabilità di visita agli erogatori (1=visita, 0=non visita), indipendentemente dal quantitativo di esca consumata. I risultati sono quindi da riferirsi all’effetto dell’attrattività delle esche nei confronti dei roditori, che sono spinti ad entrare nell’erogatore ed eventualmente ad assaggiare il prodotto.

Analisi statistiche: modelli binomiali con la funzione glmer (pacchetto lme4)sul software open access R. Struttura dell’errore: random=1|erogatore/controllo.

2) CONSUMO: questo dato rispecchia il grado di preferenza del roditore nei confronti dei prodotti. Una volta entrato nell’erogatore, il roditore tenderà a consumare maggiormente quello che è più appetibile. Questa analisi è stata svolta a livello di:

– Consumo complessivo, ottenuto dalla somma totale dei consumi nei 10 giorni di durata del test. I risultati danno una misura di quanto i prodotti vengono consumati a livello complessivo gli uni rispetto agli altri in somministrazioni di più giorni.

Analisi statistiche: analisi della varianza con le funzioni lme (pacchetto nlme) e anova; post-hoc test con la funzione glht (pacchetto multcomp) su R. Struttura dell’errore: random=1|erogatore.

Analisi statistiche: test delle differenze con le funzioni lme (pacchetto nlme) e anova su R. Struttura dell’errore: random=1|erogatore/controllo.

RISULTATI E DISCUSSIONE

Specie rilevate

Negli erogatori sono stati rilevati escrementi e segni di consumo attribuibili sia a ratti (Rattus sp.) che a topi (Mus musculus), con una maggiore abbondanza di segni di ratti nell’area del Maneggio. Si segnala il rinvenimento diretto di un esemplare di Rattus sp. (probabile R. norvegicus) morto nei pressi di un erogatore posto in prossimità della riva del fiume al maneggio. Non è stato possibile procedere con un esame autoptico dell’esemplare, tuttavia il suo rinvenimento nei pressi dell’erogatore, la presenza di solchi degli incisivi molto marcati sul residuo dei blocchetti di esca, e la presenza di tracce di sangue all’interno dell’erogatore, rendono altamente probabile che il ratto sia morto a seguito dell’ingestione delle esche. Nonostante il rinvenimento di un (probabile) esemplare di R. norvegicus, non è possibile escludere che nell’area vi fossero anche individui di R. rattus. Nell’area del maneggio è stata inoltre rilevata in modo diretto la presenza di topi a seguito della fuga, in due occasioni, di individui che si trovavano all’interno degli erogatori durante il controllo. Lo stesso avvistamento diretto di topi durante il controllo è avvenuto nell’area dell’azienda agricola, dove è stato inoltre rinvenuto un esemplare morto di M. musculus all’interno di uno degli erogatori, con tracce di sangue sulla coda (Fig. 2).

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Fig. 2. Esempi di tracce di consumo rinvenute all’interno degli erogatori
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Fig. 2. Esempi di tracce di consumo rinvenute all’interno degli erogatori

Visite agli erogatori

Nei 10 giorni di somministrazione, 37 erogatori su 48 (77%) sono stati visitati almeno una volta, di cui 18 all’azienda agricola e 19 al maneggio. Per motivi non identificabili, 11 erogatori non sono mai stati visitati e sono stati pertanto esclusi dalle analisi sui consumi. L’inclusione di tali dati avrebbe infatti influenzato i risultati riducendo in modo errato le differenze tra i prodotti, poiché i consumi pari a zero non sarebbero stati riconducibili alla medesima appetibilità ma piuttosto all’assenza di visita.

Le visite agli erogatori sono state in generale più frequenti nell’area del maneggio, dove però si sono ridotte gradualmente nel corso dei 5 controlli. Nell’azienda agricola, invece, le visite agli erogatori si sono mantenute su livelli più bassi ma più costanti nel tempo. In entrambe le aree si è rilevato un incremento delle visite al controllo 2 (cfr anche i risultati relativi ai consumi di esca).

Si è rilevato in generale una riduzione delle visite agli erogatori nel corso del tempo, probabilmente dovuta alla morte degli individui a seguito dell’assunzione del rodenticida.

Le visite agli erogatori contenenti prodotti diversi sembrano seguire lo stesso tipo di andamento nel tempo, ad eccezione del prodotto B che a seguito di un maggiore incremento iniziale sembra ridursi più velocemente. Le analisi statistiche tuttavia, non rilevano differenze significative nel tasso di visita in base al prodotto (p>0.05).

Non sembra esserci, quindi, un prodotto che attira meglio o prima i roditori rispetto agli altri.

Si sottolinea che tali risultati sono riferiti esclusivamente all’attrattività dei prodotti, cioè alla probabilità che un ratto visiti l’erogatore indipendentemente dall’entità del consumo (analizzata nei paragrafi successivi).

Andamento dei consumi

I consumi totali (somma dei consumi di tutti gli erogatori) hanno avuto un andamento simile nelle due aree (Fig. 3), con un primo aumento al controllo 2 ed un successivo graduale decremento. Tale andamento, che rispecchia quello delle visite agli erogatori, è probabilmente dovuto al superamento della diffidenza iniziale da parte dei roditori, seguita dalla progressiva morte dovuta al consumo di esche.

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Fig. 3. Consumo totale di esca (somma di tutti gli erogatori) nelle due aree in corrispondenza di ciascun controllo.
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Fig. 3. Consumo totale di esca (somma di tutti gli erogatori) nelle due aree in corrispondenza di ciascun controllo.

Differenze tra i prodotti – Livello complessivo

A livello complessivo, i consumi rivelano un chiaro pattern, simile in entrambe le aree, dove il prodotto D è stato il più consumato e il prodotto B il meno consumato. Si osserva inoltre una certa variabilità nei consumi tra diversi erogatori, mostrando una situazione altamente eterogenea con alcuni erogatori altamente frequentati e consumati, ed altri molto meno (Fig. 4).

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Fig. 4. Consumi totali dei quattro prodotti (somma di tutti gli erogatori e di tutti i controllo)
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Fig. 4. Consumi totali dei quattro prodotti (somma di tutti gli erogatori e di tutti i controllo)

L’analisi della varianza conferma che le differenze di consumo totale tra i prodotti sono statisticamente significative nel complesso (p<0.0001), e il risultato non si discosta nelle due aree (interazione prodotto*area: p>0.5).

I test post-hoc rivelano che le uniche differenze non statisticamente significative sono quelle tra il prodotto A e i prodotti B e C. Tra A e B l’assenza di significatività potrebbe dipendere dalla numerosità del campione e non da una reale assenza di differenze, anche considerando che tra A e C la differenza risulta significativa.

A livello complessivo, quindi, la graduatoria dei consumi è D > C = A ≥ B.

SOMMARIO DEI RISULTATI E CONCLUSIONI

• Si è rilevato un picco delle visite agli erogatori e dei consumi al secondo controllo, seguito da una riduzione graduale nel corso del tempo (probabile superamento della diffidenza iniziale seguito da morte per ingestione rodenticidi).

• Non sembra esserci un prodotto che induca i roditori a visitare un contenitore con maggior frequenza o prima rispetto agli altri.

• Il prodotto che denota la maggior appetibilità, sia a livello complessivo che confrontato singolarmente con altri prodotti, è Notrac Blox.

• Le differenze tra i prodotti risultano le stesse indipendentemente dall’area e dal controllo, a testimonianza della validità generale dei risultati del test.

 

Schede di sicurezza: quando applicabili e quando no

SCHEDE DI SICUREZZA: VALIDITA’ E CONFORMITA’ LEGISLATIVA

Le schede dati di sicurezza (SDS) sono documenti sintetici che riportano in modo conciso tutte le caratteristiche chimico-fisiche, tossicologiche, ambientali di una sostanza chimica o di una miscela, e la relativa classificazione.

Le SDS sono obbligatorie se i preparati/miscele sono classificati pericolosi in accordo con il Regolamento CE 1272/2008 (CLP).

Attualmente, e fino al 1 giugno 2017, le SDS per le miscele pericolose possono essere conformi a più di un riferimento normativo.

Infatti, secondo l’Art. 2 Reg. 2015/830 (fatto salvo l’articolo 31, paragrafo 9, del regolamento CE n. 1907/2006): “le schede dati di sicurezza fornite ai destinatari anteriormente al 1° giugno 2015 possono continuare ad essere utilizzate e non è necessario che siano conformi all’allegato del suddetto regolamento fino al 31 maggio 2017”.

Di conseguenza, al momento è possibile trovare sul mercato SDS che riportano diverse date di aggiornamento, ma comunque da ritenersi valide.

Riportiamo di seguito per chiarezza le diverse possibilità che potrete trovare:

  • SDS conformi al Regolamento 2015/830: SDS emesse o revisionate dopo il 1 giugno 2015 (classificazione ed etichettatura CLP);
  • SDS conformi all’Allegato I del Reg. 453/2010: per i prodotti che erano già stati immessi sul mercato prima del 1 giugno 2015 con classificazione (ed etichetta) secondo DPD (la SDS riporterà la doppia classificazione CLP e DPD solo nella sezione 3.2);
  • SDS conformi all’Allegato II del Reg. 453/2010 modificato: per i prodotti che erano già stati immessi sul mercato prima del 1 giugno 2015 con classificazione secondo CLP (la SDS riporterà la doppia classificazione secondo DPD e CLP nelle sezione 2.1 e 3.2 – mentre nella sezione 2.2 relativa all’etichetta deve essere riportata la classificazione secondo CLP).

Le SDS non hanno quindi una “scadenza”: l’unico requisito che devono soddisfare è l’aggiornamento all’ultima normativa vigente. Tale aggiornamento deve essere immediato da parte del fornitore se vi sono nuove informazioni relative alla classificazione, alle misure di gestione del rischio o autorizzazioni/restrizioni specifiche.

SCHEDE INFORMATIVE DI SICUREZZA: QUANDO APPLICABILI E QUANDO NO

In base a quanto stabilito dagli artt. 31e 32 del Regolamento Reach, per tutti i prodotti non classificati pericolosi in base ai criteri del Regolamento 1272/2008 (CLP), non è prevista la redazione della Scheda dati di Sicurezza.

Di conseguenza, in virtù delle disposizioni legislative vigenti, Colkim metterà a disposizione per i suoi clienti una Scheda Informativa di Sicurezza (SIS) e non una scheda dati di sicurezza (necessaria solo per i prodotti pericolosi).

Le SIS riporteranno le principali informazioni utili all’utilizzatore, come di seguito elencate:

  • Nome commerciale del prodotto;
  • Breve descrizione e usi consigliati;
  • Composizione;
  • Utilizzo in sicurezza;
  • Metodi di trattamento dei rifiuti.

Al fine di fornire un servizio aggiornato e tempestivo ai propri clienti, Colkim renderà disponibili nell’area pubblica di questo sito le SDS e le SIS sempre aggiornate e conformi. 

Goliath® Gel: Approccio efficace per risolvere le infestazioni da scarafaggi più problematiche

In caso di infestazioni da Blatella germanica particolarmente persistenti, è necessario ricorrere a un approccio onnicomprensivo. Un costoso trattamento a tappeto non è necessariamente l’approccio corretto. Un programma di disinfestazione mirato e sistematico a base di esche in gel di alta qualità abbinato al monitoraggio continuo è la soluzione più adeguata; il programma può durare anche diverse settimane e la collaborazione degli inquilini (o dipendenti) e del personale di pulizia è fondamentale.

Quella che riportiamo di seguito è l’esperienza dei disinfestatori britannici Paul Keyworth, di Reliable Pest Control, e Mark Sheldon, di Integrated Pest Solutions, che lo scorso anno hanno unito le loro forze e le loro risorse, assieme al personale di un ristorante con 300 coperti dell’area di Manchester, per debellare una grande infestazione di scarafaggi che numerose imprese di disinfestazione non erano riuscite ad estirpare.

Non penso di aver mai visto così tanti scarafaggi in vita mia”, ricorda Paul Keyworth. “Ce n’erano centinaia, ovunque. E non solo in cucina e dietro il bancone del bar. I clienti scattavano perfino foto da postare su Trip Advisor!

Diverse imprese non erano riuscite a debellare l’infestazione – da operatori a basso costo che applicavano insetticida spray e in polvere settimanalmente, a grandi società che avevano chiesto €2.500 per un singolo intervento di disinfestazione -. Il motivo del fallimento era semplice: non erano riusciti a colpire l’infestazione alla radice, anche a causa del grande numero di mobili fissi e arredi, senza parlare poi delle pareti e dei soffitti”.

I due disinfestatori hanno optato per un programma di trattamenti intensivo “fuori orario” con la collaborazione del personale di pulizia a partire dalle 6 di ogni mattina, dal venerdì al lunedì. La stretta collaborazione con gli addetti alle pulizie e il personale del bar ha consentito di spostare tutte le attrezzature e, ove necessario, smontarle in parte per ispezionarle e procedere con il trattamento.

Il personale e gli addetti alle pulizie hanno spostato le apparecchiature, consentendoci di applicare un aerosol piretroide in ogni possibile rifugio.

Dopo la rimozione, abbiamo eliminato attentamente ogni residuo di spray e quindi applicato Goliath® Gel in numerosi punti di adescamento. Non è il prodotto più economico sul mercato, ma entrambi abbiamo potuto constatare la sua efficacia ed affidabilità di lunga durata. E se lo si applica con la giusta precisione, è necessaria una quantità inferiore rispetto alle altre esche in gel in commercio, quindi nel lungo termine è più conveniente degli altri gel”.

La parte finale del programma di disinfestazione ha comportato l’attento posizionamento di trappole a colla nelle zone maggiormente infestate per monitorare il livello dei parassiti.Sebbene il personale del ristorante abbia notato un notevole miglioramento nell’infestazione nelle prime due settimane, le trappole di monitoraggio continuavano a indicare un problema di fondo. Paul e Mark hanno potuto ridurre le loro visite ad una per settimana, e poi ogni due settimane, già dopo due mesi di trattamento.

Il ristorante si trova in un condominio con appartamenti ai piani superiori e con almeno altri due ristoranti nelle vicinanze”, spiega Paul Keyworth. “I controsoffitti e le condutture rendono inevitabile la reinfestazione nelle aree al di fuori del nostro controllo. Quindi non dobbiamo abbassare la guardia e dobbiamo intervenire con tempestività per prevenire una nuova infestazione”.

È solo una questione di conoscere bene l’insetto da eliminare e di ricorrere al programma di disinfestazione più efficace. L’adescamento tramite gel si è rivelato estremamente efficace e non abbiamo dovuto usare più di cinque cartucce di Goliath® Gel per tutto il lavoro effettuato fino ad oggi. Le trappole a colla ci sono costate di più del gel. Oltre ad utilizzare l’esca più affidabile e ad azione più rapida, è importante prendersi il tempo necessario ed applicarsi costantemente per portare a termine il lavoro di disinfestazione, per il quale dobbiamo essere molto di più di semplici tecnici.”

Ora, i proprietari del ristorante si fidano nuovamente dei disinfestatori; abbiamo dimostrato loro che una soluzione rapida non è sempre la più idonea e che non bisogna aspettare troppo a lungo prima di chiedere aiuto alle persone giuste. Credetemi, anche molte altre aziende dovrebbero imparare da queste lezioni”, conclude Mark Sheldon.

 

Goliath® Gel è un marchio registrato di BASF.
Goliath® Gel contiene lo 0,05% di fipronil. Usare i biocidi con cautela.
Prima dell’uso leggere sempre l’etichetta e le informazioni sul prodotto.
 
 
Per gentile concessione di BASF

Non importa in quale stadio. La vittoria è assicurata!

Scarica il depliant completo.

Ecco gli insetticidi per la lotta alle zanzare:

1 – Diflubenzuron

Igr-inibitore dell’enzima chitina-sintetasi

azioni_diflu

Tutti gli stadi larvali vengono danneggiati ma i più colpiti sono i primi due.

No_Larv_compresse

No_Larv_granuli

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2 – S-Metoprene

IGR – Juvenoide

azioni_Smeto

Particolarmente efficace sugli stadi larvali III e IV

bollo

Larvicol_compresseLarvicol_liquido

3 – CIPERMETRINA – TETRAMETRINA – PERMETRINA – PRALLETRINA

azioni_adulti

Exit100-01

 

Cymina plus

 

Sting-03

 

Permacol 16_2-04

 

 

Protezione delle derrate alimentari: i modi rudi dei parassiti (Seconda e ultima parte)

Intervista a Iris Kraaz, consulente e manager dei parassitoidi presso Andermatt Biocontrol.

Domanda: È difficile allevare insetti utili/parassitoidi in massa?

Iris Kraaz: Non è certo un’impresa molto facile… le condizioni in laboratorio infatti non corrispondono mai alle condizioni nella natura. Inoltre non possiamo allevare solo l’insetto utile, parallelamente dobbiamo allevare anche gli ospiti idonei, quindi gli insetti nocivi. Dovranno essere a disposizione al momento opportuno di parassitizzazione – basta una lieve oscillazione della temperatura o un’irregolarità nella soluzione nutritiva per accelerare o frenare lo sviluppo.

Domanda: Sono necessari grossi investimenti?

Iris Kraaz: Sì, certo, oltre alla tecnica di laboratorio e all’infrastruttura, per esempio per la regolazione del clima, occorre parecchio personale. Un simile allevamento richiede cure e va avanti tutto l’anno 24 ore su 24 anche durante i fine settimana.

Domanda: Dispone di un brevetto per i primi quattro insetti utili?

Iris Kraaz: No. È vero che si potrebbe brevettare la procedura di allevamento ma sarebbe poi difficile e oneroso controllare se qualcuno copia la procedura e ottenere poi ragione dal punto di vista giuridico.

Domanda: È già prevista la produzione di altri animaletti?

Iris Kraaz: Attualmente ci concentriamo sui primi quattro e vorremmo che venissero utilizzati, vorremmo riuscire a produrre la quantità necessaria a rendere possibile una produzione redditizia.

Domanda: Siete in grado di rifornire tutta l’Europa?

Iris Kraaz: I presupposti ci sarebbero, potremmo incrementare la produzione in ogni momento. Stiamo cercando attivamente possibili partner di mercato in tutta Europa.

Domanda: Andermatt Biocontrol sta per diventare un gruppo di dimensioni mondiali?

Iris Kraaz: Non lo siamo già ora? – Riferito alla grandezza della nicchia di mercato paragonata al resto del mondo?! Parlando sul serio: la Andermatt Biocontrol si impegna da vent’anni per lo sviluppo e la commercializzazione a livello mondiale di prodotti fitosanitari biologici – ai quali ora per la trasformazione e il commercio si aggiunge la protezione delle scorte. Non siamo un gruppo di dimensioni mondiali bensì una ditta attiva in tutto il mondo.

Innocui per l’ambiente, per l’uomo e per le merci depositate

Tutti e quattro gli insetti utili pronti per entrare in azione cercano in modo mirato gli organismi ospite e non rappresentano alcun rischio per l’ambiente e per l’uomo. Per gli inesperti è sorprendente scoprire come sono sufficienti solo pochi insetti utili per proteggere da infestazione: un grande panificio potrebbe proteggersi dalle tignole per un anno con soli 2,4 grammi (= 1,2 milioni di esemplari) di Trichogramma evanescens, un pastificio necessiterebbe di 6 grammi di Anisopteromalus calandrae (12000 esemplari) per tenere in scacco il coleottero del pane. Gli insetti utili non si nutrono della merce depositata e non lasciano nemmeno tracce di feci dato che sono liberati da adulti e che in questo stadio non rilasciano escrementi. Gli insetti utili vivono solo fino a quando è presente il parassita mirato, poi muoiono rapidamente. La regolare pulizia permette di eliminare resti di insetti morti (utili e nocivi) dalle materie prime come cereali, noci o semolino. La strategia di rilascio è inoltre organizzata in modo che nessun insetto utile finisca nel prodotto finale.

I vantaggi:

  • Niente residui sui prodotti
  • Nessuna interruzione della produzione
  • Nessun inquinamento dell’aria nei locali
  • Nessuna resistenza
  • Nessuna pulizia supplementare necessaria nella lotta convenzionale

Nel magazzinaggio e nella trasformazione di prodotti bio le sostanze chimiche di sintesi sono ammesse unicamente nei locali vuoti o per il trattamento dei rifugi escludendo il rischio di contaminazione. In caso di infestazione acuta, il trattamento dei rifugi non è sufficiente e i sili, i magazzini e i luoghi di produzione finora dovevano essere svuotati per permettere un trattamento esteso come la fumigazione o la nebulizzazione. Perdite di produzione e costi elevati erano inevitabili.

Gli insetti utili possono prevenire ma non sono una panacea

Trichogramma evanescens (contro le tignole) e Lariophagus distinguendus (contro i coleotteri) possono essere impiegati anche a titolo curativo, il punto chiave del programma è però chiaramente la prevenzione. Una forte infestazione non può più essere controllata e l’infestazione non può essere ridotta a un livello tollerabile entro un anno solo con insetti utili.

Anche nella prevenzione gli insetti utili non sono un prodigio che rende superflua la vigilanza continua o che riduce la pulizia a un mero passatempo per fanatici dell’igiene. La liberazione di insetti utili rappresenta una misura fra tante. Gli insetti utili vanno liberati in modo estremamente mirato, previa esecuzione di un’analisi dei rischi e dei punti deboli effettuata a regola d’arte (dal punto di vista costruttivo, dell’igiene, organizzativo) e con consulenza/accompagnamento.

Metodo utile anche nel settore convenzionale

Il successo dell’iniziativa non va sottovalutato. Per la prima volta in Europa, come afferma la responsabile del progetto Gabriela Wyss del FiBL (Istituti di ricerca dell’agricoltura biologica), l’impiego di insetti utili per le derrate è stato sperimentato a livello industriale. I trasformatori dell’industria biologica all’estero dimostrano interesse per i quattro insetti utili ora disponibili. Anche il settore alimentare convenzionale presto o tardi si accorgerà di questi animaletti, infatti i prodotti chimici di sintesi impiegati finora per la protezione delle scorte sono sempre più criticati. E pure gli acquirenti dei prodotti convenzionali diventano sempre più esigenti per quanto riguarda i residui nelle derrate alimentari. La gamma di prodotti ammessi per il magazzinaggio e la trasformazione diminuisce a vista d’occhio.

Come gestire gli insetti utili

La gestione degli insetti utili presuppone determinate conoscenze e va appresa.

Colkim è a disposizione per approfondire e insegnare l’uso di questo sistema bio al 100%.

Versandeinheiten Vorratsn¸tzlinge

Demand 10 CS: perché le dimensioni sono importanti

Un insetticida può essere efficace solo se entra in contatto con l’insetto bersaglio. Sul piano visibile, questo si basa sulle competenze e sul giudizio del Disinfestatore che deve sapere dove si trovano gli insetti parassiti e quali sono i posti migliori per applicare l’insetticida. Sul piano “invisibile” occorre l’esperienza degli scienziati, che progettano e realizzano la formulazione insetticida, per ottimizzare l’adesione dell’insetticida al corpo del parassita.

Solo i due piani insieme possono concretizzare un ottimo controllo dei parassiti e quindi possono raggiungere la soddisfazione del cliente.

La moderna tecnologia di incapsulamento permette di decidere le dimensioni delle microcapsule contenenti l’insetticida. Gli scienziati della Syngenta sanno che le dimensioni delle microcapsule influenzano fortemente le prestazioni e quando hanno sviluppato Demand® 10 CS hanno letteralmente iniziato da zero.

Su scala microscopica, molte superfici quali calcestruzzo, legno, gesso ecc, sono sorprendentemente eterogenee: rientri, pori e cavità possono essere facilmente osservati al microscopio, anche su superfici apparentemente lisce. Microcapsule di dimensioni inferiori a 5 micron (1μm è 1/1.000 mm) finiscono facilmente in queste cavità dopo l’applicazione a spruzzo, (vedi foto 1).

Microcapsule su cemento

Foto 1. Microcapsule di Demand® 10 CS sul cemento.
Le microcapsule cerchiate sono troppo piccole
per entrare in contatto con i parassiti

Poiché le zampe degli insetti sono molto più grandi delle cavità e delle rugosità delle superfici, se le microcapsule sono troppo piccole, non entrano in contatto con il parassita mentre quelle più grandi aderiscono prontamente, vedi foto 2. In effetti, l’insetticida inserito in una capsula inferiore ai 5 micron è perduto. Questo pone un limite inferiore alla dimensione delle microcapsule perché siano efficaci.

La distribuzione delle microcapsule su una superficie condizionerà anche la quantità di insetticida prelevato dai parassiti. Se le microcapsule sono troppo poche per unità di superficie, la possibilità che entrino in contatto con un insetto sono ridotte.

IMG 1

Foto 2. Una capsula di Demand® 10 CS sulla zampa di un parassita

Se il diametro della sfera raddoppia, il suo volume aumenta otto volte. Pertanto, una singola capsula di 40μm di diametro contiene la stessa quantità di lambda-cialotrina di 8 capsule di 20μm di diametro o 64 capsule con un diametro di 10 micron. Con un insetticida potente come la lambda-cialotrina, sarebbe più che sufficiente la quantità contenuta in una capsula di 40μm per uccidere numerosi parassiti. Tuttavia, se la quantità di insetticida per unità di superficie rimane la stessa, il numero di capsule diminuirà velocemente all’aumentare della loro dimensione. Per riassumere, se le capsule fossero troppo grandi, la distribuzione dell’insetticida diventerebbe meno efficace, in quanto vi sarebbero meno capsule sulla superficie nonostante, potenzialmente, ogni capsula potrebbe controllare molti parassiti.

Il terzo fattore che è stato considerato nella progettazione delle microcapsule contenute nel Demand® 10 CS, è la facilità con cui una capsula può essere captata dall’insetto parassita. Un insetto parassita deve entrare in contatto con una microcapsula per fare penetrare la lambda-cialotrina. La ricerca intrapresa nel 1950 ha dimostrato che le particelle di 10 – 25 micron di grandezza si sono attaccate in modo efficace sulle zanzare. Studi più recenti, nei laboratori di Syngenta, hanno confermato queste dimensioni anche per gli scarafaggi e le mosche.

Presi insieme, questi fattori hanno guidato gli scienziati di Syngenta a realizzare microcapsule che ottimizzano la distribuzione sulla superficie trattata, aumentano la disponibilità e massimizzano la capacità di attaccarsi, proteggendo la lambdacialotrina negli ambienti difficili.

Il risultato finale è che Demand® 10 CS è un insetticida con alte prestazioni su una vasta gamma di superfici e un’ottima attività residuale.

La ricerca mostra anche che, anche su scala microscopica, la dimensione è importante.

Protezione delle derrate alimentari: i modi rudi dei parassiti (Prima parte)

Scena n.1 – Scontro sul sacco di farina

Interno giorno – deposito prodotti finiti in attesa di spedizione

Nel deposito numero 2, là dove si trovano i grandi imballaggi pronti per la spedizione, sul penultimo bancale dal basso, da uno strappo in un sacco da 25 chili fuoriesce un vermetto. Per la precisione si tratta di una larva di tignola grigia della farina. Il corpo carnoso bianco sfumato è appena un po’ più scuro della farina, la sua testa brunastra e i suoi peli sono ricoperti di farina.

Il vermetto sta giusto raggiungendo la lettera «s» della scritta «farina semibianca per treccia» quando improvviso sopraggiunge un attacco dall’alto: un icneumonide si avvicina, misura circa 4 mm, e attacca la larva di tignola molto più grande di lui, lunga circa 2,5 cm. Questo icneumonide è specializzato nella caccia alla tignola della farina.

La scienza gli ha dato il nome certamente bello ma difficile da ricordare Habrobracon hebetor. Il nostro H.h. non perde tempo, deve sbrigare una faccenda urgente. Attacca lateralmente la larva e le conficca il suo lungo pungiglione tra due segmenti del gigantesco corpo. La larva si contorce, la testa si muove verso la vespa ma non è abbastanza veloce o non dispone di un apparato boccale adatto a contrattaccare. Alla larva della tignola, che pian piano vien meno per il veleno della vespa, vengono inferte altre due o tre punture fino a quando è completamente paralizzata e incapace di difendersi.

La vespa a questo punto succhia un po’ del succo vitale del corpo inerme della larva e, rinvigorita, inizia il lavoro per il quale ha paralizzato la larva: depone diverse uova all’esterno del corpo della stessa. Dalle uova usciranno larve di vespa che si nutriranno della larva di tignola – l’animale ospite – svuotandola man mano e crescendo a sue spese. Una volta grandi abbastanza, le larve si allontaneranno dai resti dell’ospite, chiudendosi in un bozzolo dal quale poi ne uscirà un icneumonide finito, adulto e sessualmente maturo. Il ciclo di vita dell’icneumonide Habrobracon hebetor si porterà a termine in circa 30 giorni.

Parassitoidi

Scena n.2 – Uova per i parassitoidi

Interno giorno – Secondo piano, mulino A

Al secondo piano, nel mulino A, si aggira un lontano parente di H.h., il Trichogramma evanescens , di dieci volte più piccolo ed infatti misura solo 0,4 mm. Anch’esso è capace di compromettere la sopravvivenza delle tignole interrompendo il loro ciclo vitale. L’imenottero T.e. tuttavia si attiva in uno stadio di sviluppo precedente rispetto a H.h. e non ha bisogno di attaccare le larve di tignola: esso infatti parassitizza le uova dell’ospite anziché le larve. (È per questo che è rimasto così piccolo o – al contrario – la sua specialità sono le uova proprio perché è così piccolo? – Chiedetelo a Darwin!).

T.e. dunque saltella e svolazza (non è un gran volatore) attorno al grande separatore o «scuotitore» nel quale avviene la prima pulizia del frumento. Trova ciò che cerca nella base della macchina, nei sostegni ammortizzati dei cuscinetti oscillanti, su un ferro a T dove non si riesce a pulire perché non arriva nessuna spazzola, nessuna scopa e nessuno strofinaccio. L’imenottero trova le uova di una tignola della farina. Salta su un uovo, gioiosamente vi si arrampica e ridiscende e infine vi si siede sopra e con forti movimenti ritmici della parte posteriore del suo corpo conficca l’ovopositore nel guscio esterno elastico dell’uovo della tignola.

Da questo uovo non uscirà mai una larva di tignola della farina bensì la larva dell’assassina della larva della tignola, l’imenottero Trichogramma evanescens. Il nostro T.e. però non parassita un uovo solo, anzi, perfora tutte le uova trasformandole in uova di Trichogramma.

Fantascienza o realtà?

Sembrano due scene di un film di fantascienza mentre invece sono realtà. In questo modo si svolge milioni di volte e da milioni di anni la lotta tra i parassiti e i loro ospiti. Laddove si tratta di ospiti che attaccano le nostre colture, che infastidiscono i nostri animali domestici o che si nutrono delle nostre scorte alimentari, i parassiti ci sono utili e perciò li chiamiamo insetti utili o parassitoidi.

Da tempo sia la ricerca che gli operatori commerciali coinvolti, hanno cercato il modo di proteggere le derrate tramite gli insetti utili.

Un progetto Svizzero finanziato dal fondo Coop per lo sviluppo sostenibile ha ora permesso l’impiego di insetti utili contro i parassiti delle derrate immagazzinate. È ora disponibile un set di quattro insetti utili contro tutta una serie di organismi nocivi.

Il successo è il risultato del lavoro di tre partner di progetto che hanno collaborato per tre anni: Andermatt Biocontrol AG ha sviluppato i sistemi di allevamento, l’impresa specializzata in lotta antiparassitaria Desinfecta si è occupata del rilascio sperimentale degli insetti e il FiBL (Istituti di ricerca dell’agricoltura biologica) si è occupato della direzione del progetto e della comunicazione.

Gli insetti utili (parassitoidi) impiegati negli esperimenti in Svizzera sono specie presenti in natura e gli esperti di Andermatt Biocontrol li hanno raccolti nei magazzini di cereali e nelle aziende di trasformazione o acquistati presso piccoli allevamenti. In seguito li hanno riprodotti in allevamenti di massa.

Lariophagus distinguendus auf Korn

Gli elettroinsetticidi e il Grado di Protezione IP – Un breve approfondimento a cura di Colkim e PestWest

Quando si parla di elettroinsetticidi (sia a griglia elettrificata che a colla), è opportuno trattare anche il tema del grado di protezione IP. Tutto il settore della disinfestazione professionale -dal produttore, al PCO, all’utente finale- è informato a riguardo e pienamente consapevole che il modello di trappola installato debba rispondere a quanto richiesto per l’ambiente interessato…

Oppure no?

Il Codice IP, Marchio Internazionale Protezione, IEC standard 60529, a volte interpretato come Marchio Protezione Ingresso, classifica e valuta il grado di protezione fornito da involucri meccanici e quadri elettrici contro l’intrusione di particelle solide (quali parti del corpo e polvere) e l’accesso di liquidi.

La normativa IEC punta a definire gli standard di sicurezza delle parti elettriche. Le due cifre che definiscono il grado IP, indicano la conformità con le condizioni riassunte nella tabella sotto riportata.

Le trappole a luce UV adatte a questi ambienti particolari devono essere progettate e costruite soddisfando i prerequisiti previsti nello Standard di Sicurezza Europeo (European Safety Standard) EN60529:1992. Se non diversamente specificato, il grado di protezione è IP 20 (uguale a quello presente negli uffici). In aree in cui ci sia presenza di polvere o di acqua è richiesto un grado di protezione specifico.

Solitamente l`utente finale sa quale indice di protezione è richiesto e quindi pretenderà una trappola che soddisfi almeno il grado di IP necessario.

Per fare qualche esempio: gli elettroinsetticidi che devono essere installati in esterni, dovranno avere un grado di protezione a partire da IP24. Tale livello li rende idonei per uso anche in fienili, stalle, ecc.

Il grado IP 2X è il massimo grado che una trappola a griglia elettrificata possa avere, perché deve comunque prevedere aperture che permettano agli insetti di entrare all`interno.

Le trappole installate in ambienti molto umidi, o dove possano essere esposte ad un potente getto di acqua, dovranno essere IPX5 o IPX6.

Fatti questi rapidi esempi, è ovvio che la qualità di una trappola, e il grado IP dichiarato, varia a seconda della qualità delle guarnizioni, dei sigillanti in silicone o degli altri componenti utilizzati al suo interno, che possono fare seriamente la differenza nella prestazione e nella sicurezza della trappola.

Sebbene oggi un produttore non sia obbligato a supportare il grado IP dichiarato con test e certificati prodotti da parti terze, PestWest® ha voluto delegare a laboratori indipendenti internazionalmente riconosciuti la certificazione delle proprie lampade, ritenendo tale atteggiamento molto professionale e corretto: un certificato rilasciato da un`azienda indipendente è un modo per garantire che i prodotti testati rispettano effettivamente i requisiti dichiarati.

Per questo motivo possiamo affermare con fierezza che tutti i prodotti PestWest® utilizzano componenti di elevata qualità che sono stati testati per la classificazione IP.

Per garantire che quanto dichiarato sia mantenuto negli anni, PestWest® unisce a un design innovativo, l’utilizzo di guarnizioni in gommapiuma a cellule chiuse e un uso ridotto di sigillanti in silicone.

Questi sono valori aggiunti che permettono all’azienda inglese di differenziarsi da altri prodotti presenti sul mercato, che invece utilizzano elevate quantità di sigillante in silicone, rendendo particolarmente difficile mantenere il medesimo grado IP nel tempo. Infatti, quando la trappola necessita di riparazioni, viene aperta e il silicone si stacca compromettendo il grado di protezione IP originario.

A questo punto, siete sicuri che la trappola che avete appena installato risponda davvero al grado IP richiesto? Colkim e PestWest® sono pronti a fornirvi certificati rilasciati da enti indipendenti attestanti il grado di protezione dichiarato, per supportare il vostro lavoro, e la vostra immagine.

IP Ratings Guide ITALIAN