Rubrica di Roberto N.2: Le urticanti Processionarie

A quanti di voi sarà capitato di rimanere “meravigliati” nell’osservare, seduti su di una panchina di un parco cittadino, il singolare passaggio di una schiera di larve pelose camminare in fila indiana, una dietro l’altra, ed allontanarsi indisturbate? È sicuramente una scena da lasciare stupefatti, e nel contempo incuriositi, gli inconsapevoli osservatori ma quello che potrebbe sembrare un innocuo incontro, in realtà dovrebbe essere motivo di grande preoccupazione perché vuol dire che ci si è imbattuti in un insetto di particolare rilevanza sanitaria: la Processionaria, la cui presenza va assolutamente segnalata alle autorità competenti!

Si tratta di lepidotteri le cui larve, negli stati più avanzati, sono dotate di ciuffetti di peli urticanti che utilizzano come meccanismo di difesa quando si sentono minacciate, le quali a contatto con la pelle umana provocano la comparsa di fastidiosi eritemi papulosi accompagnati da rossore, bruciore, forte prurito che può durare anche diversi giorni. Quando invece i peli, o loro frammenti, vengono a contatto con le mucose degli occhi, del naso o della bocca possono causare congiuntiviti e addirittura gravi lesioni. Il loro ingresso nelle vie respiratorie invece può causare stati di asma. In caso di ingestione da parte di animali, come i cani, l’apparato boccale può addirittura andare in necrosi.

In Italia sono essenzialmente due le specie che destano particolare preoccupazione; una è la Processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) che attacca tutte le specie di pino, con una certa preferenza per il pino nero (Pinus nigra) e il pino silvestre (Pinus sylvestris), e l’altra è la Processionaria delle querce (Thaumetopoea processionea).

Processionaria del pino (fonte www.vicenzareport.it)

Processionaria della quercia(fonte www.aenigmatica.it)

Proviamo ora a “zummare” il più possibile su di loro per rilevarne alcune interessanti caratteristiche!

Le larve (o bruchi) di questi insetti sono delle voracissime defogliatrici, capaci con la loro attività alimentare di scheletrizzare l’intera chioma e influenzare negativamente il regolare accrescimento degli alberi. Con i propri fili sericei, le Processionarie dei pini costruiscono nidi disposti sulle parti più soleggiate e alte della zona periferica della chioma; mentre le Processionarie della quercia li costruiscono attaccati al tronco e ai rami più grossi.

Le differenze morfologiche tra le due larve sono molto evidenti. Quelle di Thaumetopoea pityocampa sono di colore grigio ardesia nella regione dorsale, giallastra ai lati del ventre, portanti ciuffi di peli. Fanno la loro comparsa verso la metà di agosto e dopo l’alternarsi di cinque successivi stadi larvali, e dopo avere trascorso l’inverno in grossi nidi, raggiungono il terreno verso la fine di marzo e gli inizi di maggio, per interrarsi e chiudersi all’interno di un bozzolo, crisalide, in attesa di fuoriuscire poi da adulti nel corso dell’estate. Le larve di Thaumetopoea processionea, invece, si presentano di colore grigio-bluastro al dorso, chiara ai lati e ventralmente, provvisti di peli urticanti affiancati da tubercoli forniti di lunghe setole grigiastre. La loro comparsa ha luogo agli inizi della primavera e dopo la successione di sei stati larvali, verso gli inizi di luglio si incrisalidano all’interno del nido oppure alla base della pianta infestata per fuoriuscire da adulti dopo circa un mese.

A questo punto della trattazione sarebbe lecito domandarsi: “perché allora vengono chiamate processionarie?”

La risposta è semplice e in realtà è stata già fornita durante le prime battute di questo articolo. In pratica è proprio il loro singolare comportamento di compiere delle vere e proprie “processioni” durante gli spostamenti dei bruchi, che ne caratterizza il nome. Vi sembrerà strano, ma per ciascuna delle due specie la marcia assume una formazione differente; nello specifico, in quella della Processionaria della quercia vi è un bruco capofila, seguito da una seconda fila di bruchi disposti a coppia, che a loro volta sono seguiti da una formazione di tre bruchi e ancora più indietro una formazione ordinata per quattro e così via per tornare poi ad assottigliarsi man mano fino ad un solo individuo. Ben diversa è invece la marcia della Processionaria del pino, le cui larve si dispongono una dietro l’altra, in modo che il capo dell’una venga a contatto con l’addome di quella che la precede. Non sono da escludersi casi in cui dallo stesso nido partono una o più “processioni” che percorrono direzioni diverse.

A volte il disinfestatore è chiamato ad intervenire per fronteggiare proprio questo grave tipo di infestazione, per la quale è attualmente in vigore un decreto di lotta obbligatoria (D.M. 30.10.2007) che prevede l’adozione, nei confronti delle larve del lepidottero, di provvedimenti di tipo meccanico, chimico e microbiologico. I primi, da effettuarsi con le dovute precauzioni soprattutto nei confronti di processionaria del pino, si basano sull’asportazione e successiva bruciatura dei nidi invernali, quando questi contengono ancora le larve mature. Analogamente anche per la Processionaria della quercia si può procedere all’asportazione del nido ma questa è un’operazione più complessa con risultati discutibili. Riguardo al trattamento chimico, si possono impiegare prodotti a base di Diflubenzuron o di Spinosad, in occasione della nascita delle larve. Ultimo, ma non per ordine di importanza, è il provvedimento di tipo microbiologico basato sull’utilizzo di formulazioni a base di batteri della specie Bacillus thurigiensis var. kurstaki e aizawai, da impiegare nei confronti delle giovani larve. Tali trattamenti dovranno essere effettuati preferibilmente durante le ore serali per preservare l’effetto insetticida del preparato, notoriamente ostacolato dai raggi solari.

Thaumetopoea_pityocampa_nest Nido di Processionaria del pino (fonte Wikipedia)

Nido di Processionaria della quercia (fonte Wikipedia)

Aspetto molto importante è il monitoraggio a feromoni sessuali che permette di individuare il momento di sfarfallamento degli adulti.

In definitiva, quello della Processionaria, è un classico esempio di specie infestante che ha duplice rilevanza sia da un punto di vista sanitario, in quanto rappresenta un potenziale pericolo per la pubblica e privata incolumità, che fitosanitario per i danni a volte ingenti che provoca ai popolamenti forestali. Come tale andrebbe gestita in maniera mirata e con grande professionalità a seconda del contesto in cui tale infestazione insiste e adottando tutte le misure necessarie che si richiedono.