L’attuale situazione delle trappole a feromoni nella Biocidi

Nella riunione tenutasi il 12 maggio 2017, la Commissione europea ha ritirato la sua proposta di classificare come biocidi i feromoni contenuti nelle trappole di monitoraggio degli insetti.

Questa decisione è una buona notizia per il nostro mercato. Se questa proposta fosse andata avanti, avrebbe realmente eliminato dal mercato tutte le trappole di monitoraggio che effettivamente funzionano. I costi necessari per farle avanzare nell’iter registrativo sarebbero stati troppo elevati perché una delle aziende produttrici potesse avere interesse economico in tale investimento.

L’industria della disinfestazione di tutta Europa è stata invitata a presentare le proprie osservazioni prima che la proposta fosse discussa presso il Comitato Permanente sulla Biocidi, facente parte della Direzione Generale della Sanità e della Sicurezza Alimentare della Commissione Europea tra il 10, l’11 e il 12 maggio.

Sembra che questa strategia abbia funzionato e che i legislatori abbiano ascoltato. Il Comitato ha deciso di abbandonare il progetto di prendere una decisione come Unione Europea, sulle trappole con attrattivi, ma ha stabilito che ogni Stato Membro valuti e decida autonomamente in merito.

Tuttavia, la Confederazione delle Associazioni Europee per la Disinfestazione (CEPA) avverte le associazioni nazionali di rimanere vigili in merito a questo problema rimanendo in contatto e ricevendo aggiornamenti dai rispettivi legislatori nazionali.

L’annuncio di Garry Wiles dell’Unità Internazionale delle Sostanze Chimiche dell’Esecutivo della Salute e Sicurezza (HSE), Divisione della regolamentazione dei prodotti chimici con sede a Londra, è il seguente:

“Avete contattato l’HSE in merito alle discussioni del 12 maggio presso il Comitato Permanente sulla Biocidi in merito alla decisione della Commissione europea sullo stato di cui all’articolo 3 (3), del Regolamento Biocidi 528/2012 (BPR), se le trappole di monitoraggio che utilizzano un attrattivo siano prodotti biocidi. Vi sto scrivendo per far conoscere l’esito della discussione e ho anche copiato questo messaggio ai destinatari di cui ho un indirizzo e-mail. Non esitate a inoltrare questo messaggio a chiunque abbia bisogno di esserne informato.

Nel corso della riunione la Commissione ha informato che non avrebbe preso una decisione sulle trappole per il monitoraggio a norma dell’articolo 3 (3), e che questa sarà lasciata a ciascuno Stato Membro per decidere caso per caso e adottare misure di controllo appropriate (ad esempio, per verificare che i prodotti siano etichettati in modo opportuno). La Commissione ha spiegato che tale approccio tiene conto del resoconto 18 e dell’articolo 3 (3) del BPR e dell’esito del caso Söll Court sulla definizione di un biocida, che hanno chiarito che la Commissione può (piuttosto che dovrebbe o deve) prendere una decisione ai sensi dell’articolo 3 (3). Non è chiaro il motivo per cui la Commissione abbia citato il resoconto 18 in questo contesto ma attendiamo di vedere se i verbali della riunione faranno chiarezza.

Naturalmente questo approccio solleva preoccupazione per l’incertezza riguardante i soggetti interessati e l’HSE prenderà in considerazione entro il mese prossimo la posizione del Regno Unito e vi scriveremo nuovamente (e aggiorneremo anche il sito web dell’HSE) che indica la posizione sulle trappole in generale che potrà essere applicata a casi specifici quando verranno portati alla nostra attenzione. Per le due trappole specificate nella bozza della proposta inviata alla Commissione, non vi erano evidenze che venissero fornite nel Regno Unito e infatti le etichette, visionate dall’HSE, non erano in inglese.

Nel frattempo, la posizione precedentemente stabilita dalla direttiva 98/8/CE (BPD) sui prodotti biocidi – ovvero che le trappole che si utilizzano esclusivamente a fini di monitoraggio per valutare la necessità o il successo delle misure di gestione dei parassiti, chiaramente etichettate, vendute e utilizzate come tali, non rientrano nel campo di applicazione – rimarrà la posizione del Regno Unito mentre verrà valutato ulteriormente”.

Pubblicato: 19 maggio 2017 su Pest Magazine