Linee Guida BASF®: il controllo degli scarafaggi (prima parte)

La lotta moderna agli  scarafaggi

Gli scarafaggi sono persistenti, elusivi e prolifici. Sono associati a numerosi organismi patogeni, sorgenti di allergeni e talvolta sintomo di scarsa igiene. Per questo, la loro presenza ovunque gli alimenti siano stoccati, preparati o serviti è inaccettabile.

Controllare le infestazioni di blatte in questi ambienti, comunque, può essere piuttosto difficile. Loro si muovono facilmente con le merci, si riproducono rapidamente e preferiscono vivere all’interno di crepe e fessure difficili da raggiungere.

Queste sfide sono aggravate da metodi di controllo che coinvolgano inadeguate ispezioni, insufficiente cooperazione con gli occupanti dei locali ed eccessiva dipendenza da singoli prodotti o metodi di applicazione.

Il fatto che anche livelli di controllo elevati possano essere insufficienti per prevenire un relativamente rapido riacutizzarsi dell’infestazione, rende queste sfide particolarmente difficili.

Capire l’etologia delle blatte

Anche se risultano molto brave nell’adattarsi alle più diverse condizioni, le blatte necessitano di quattro risorse chiave per sopravvivere e prosperare – cibo, acqua, calore e riparo. Loro si aggregano naturalmente nei luoghi nelle cui vicinanze sono presenti queste condizioni.

La blattella germanica che è il principale problema in Europa richiede in modo particolare il calore, quindi vive quasi esclusivamente in ambienti interni. La più grossa blatta orientalis, si trova ugualmente all’interno delle case come all’esterno.

Anche se le blatte orientali possono ricercare cibo a distanze maggiori di quella germaniche, generalmente non si spostano più di pochi metri dalle crepe, fessure e vuoti in cui si raggruppano, per cercare cibo e acqua.

Entrambe le specie amano il buio e la maggior parte degli individui passa la maggior parte della loro vita nei loro nascondigli protetti, uscendo solo per cercare cibo.

Mostrano una preferenza per cibi altamente energetici e vengono scoraggiate dall’alimentarsi dall’eccessiva untuosità, tracce di insetticida, muffe o deterioramento dei cibi.

Mentre i maschi cercano il cibo quotidianamente, le femmine passano il 75% della loro vita senza alimentarsi e possono sopravvivere 45 giorni senza assumere cibo a patto di avere accesso all’acqua. Anche le giovani ninfe foraggiano relativamente poco.

La ricerca del cibo avviene quasi solo di notte ed è disturbata dall’attività dell’uomo. Gli individui appartenenti a popolazioni numerose sono più attivi e discernono meno nei loro appetiti rispetto a quelli di popolazioni più piccole perché devono competere maggiormente fra loro per il cibo.

Siccome gli scarafaggi si ritiene non siano capaci di rilevare gli odori a pochi centimetri di distanza, la capacità di trovare il cibo sembra essere in relazione a incontri casuali lungo le vie regolari di attività di foraggiamento in base all’esperienza. Se hanno una buona provvista di cibo e acqua vicino al nido, gli individui possono non venire mai in contatto con un’esca posizionata a pochi metri da loro.

Il ciclo di vita di circa 170 giorni e la produzione di ooteche con 30-40 uova prodotte ogni 2-3 settimane, sono la ragione per cui la popolazione di blattella germanica può aumentare in modo considerevole in tempi molto brevi, a dispetto anche di un discreto livello di controllo.

Pianificare al meglio il controllo

Le sfide del moderno controllo degli scarafaggi ci dicono che con un singolo trattamento con esca in gel è difficile che si possa arrivare ad un controllo sufficiente e duraturo.

Anche nelle migliori condizioni possibili, il naturale comportamento delle blatte raramente rende possibile un controllo superiore all’80% con un singolo trattamento con esca.

Nella maggior parte dei casi, un controllo duraturo richiede un approccio integrato basato sulla solida conoscenza delle abitudini degli scarafaggi, ispezione, pulizia e un programma di trattamenti – inclusi un posizionamento finale di esca  e un trattamento in crepe e fessure, se necessario.

Ispezione

Siccome le blatte si aggregano in rifugi protetti e si cibano principalmente di notte, è essenziale un’ispezione approfondita delle aree infestate per pianificare i trattamenti mirati.

È meglio condurre le ispezioni di notte con una torcia e un piccolo specchietto flessibile per esaminare le aree meno accessibili per cercare, oltre a blatte vive, escrementi, insetti morti e vecchie ooteche.

I piretroidi spruzzati nelle crepe e fessure possono essere molto efficaci per snidare temporaneamente le blatte e identificare i siti occupati.

In molti casi, le trappole collanti offrono il mezzo migliore per stabilire l’area e il livello dell’infestazione. Devono essere poste in aree comunemente frequentate per il foraggiamento – in particolare luoghi caldi e umidi come dietro frigoriferi e altre apparecchiature, giunzioni pavimento/parete, intorno ai bordi delle apparecchiature e sotto i mobili, ecc.

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Perché esistono le mosche???

di Dr Moray Anderson BSc(Hons), PhD, FRES, CBiol, FIBiol

Come entomologo professionista che si occupa della biologia delle mosche mi viene spesso chiesto: ” Perché esistono le mosche?” Dopo alcuni grugniti arrabbiati sul fatto che le mosche sono state in giro su questo pianeta per molto più tempo degli umani e che io sono certo che molte mosche si chiederanno “perché esistono gli umani?”, mi calmo e provo a dare una risposta più misurata. La maggior parte dei Ditteri, durante le varie fasi del loro ciclo vitale, svolgono una funzione vitale nella distruzione di diversi organismi morti, resti vegetali, letame e altro materiale organico in decomposizione.

Se si prendono in considerazione i cicli vitali di questi insetti, le femmine hanno organi di senso adattati a localizzare il substrato organico in decomposizione. In particolare, sulle antenne sono presenti dei recettori sensibili agli odori emessi da queste sostanze.

Una volta individuato un sito adatto, la femmina depone le uova: queste sono di piccole dimensioni (0,5 – 1 mm di lunghezza) bianche e rilasciate in gruppi all’interno del substrato alimentare.

Le larve escono dall’uovo di solito in circa 24 – 48 ore e iniziano ad alimentarsi del materiale che le circonda.

Mosche domestiche, moscerini della frutta, sciaridi, foridi, psicodidi ecc. sono tutti esempi di ditteri che hanno i seguenti siti di riproduzione / alimentazione: frutta e verdura sovra matura, terreno contaminato da liquami, tubature rotte e fognature ostruite da acque reflue. È evidente che ci troviamo di fronte a materiale organico con elevata quantità di acqua.

Le larve si nutrono di queste sostanze organiche in tempi diversi e la temperatura dell’ambiente circostante è un fattore critico per determinare la durata del ciclo di sviluppo.

Molti esperimenti hanno dimostrato che le dimensioni dell’adulto che fuoriesce dal pupario e la sua capacità riproduttiva dipendono completamente dalla quantità e dalla qualità della dieta della larva; ad esempio una femmina che si è sviluppata su un substrato ottimale produce un maggior numero di uova.

Oltre all’esterno, il materiale organico colonizzato dalle “mosche e moscerini” risulta abbondante anche negli ambienti interni come abitazioni mal gestite, aziende alimentari, supermercati, bar e ristoranti ecc.

Il focolaio non deve necessariamente occupare una grande area per essere colonizzato: è importante rendersi conto che molti degli insetti sopra menzionati hanno larve estremamente piccole, lunghe 1 – 2 mm, e quindi piccoli accumuli di sostanza organica possono sostenere lo sviluppo larvale di numerosi individui.

In una cucina domestica o commerciale, ad esempio, le piccole zone contaminate tra le piastrelle sul pavimento o sui piani di lavoro possono fungere da punti di alimentazione per le larve di “moscerini” come quello della frutta, i foridi e gli psicodidi.

Anche le superfici, che appaiono a prima vista abbastanza pulite, possono comprendere piccole porzioni in cui vi è un accumulo di detriti alimentari umidi e sufficienti per sostenere lo sviluppo larvale.

I residui spesso assumono un aspetto sgradevole e gelatinoso e questo è esattamente ciò che attrae le mosche.

La consistenza gelatinosa, indicativa di un alto contenuto di umidità, è fondamentale per la sopravvivenza degli stadi giovanili. La disidratazione è spesso causa di morte delle uova e delle larve, particolarmente sensibili alla mancanza di acqua.

I moscerini della frutta, in particolare, si trovano spesso in habitat semi liquidi.

Quindi, proprio come le mosche hanno “un senso” nel grande schema delle cose, così lo sono questi piccoli ristagni di sostanza organica in putrefazione che, evidentemente, sono i motivi di riproduzione e alimentazione delle mosche!

Pertanto, dovrebbero essere ridotti al minimo in tutte le aree in cui il cibo viene preparato, immagazzinato o commercializzato.

Aggiornamento Normativa Privacy

Il 25 maggio 2018 entra in vigore la nuova normativa europea sulla protezione dei dati personali (GDPR – General Data Protection Regulation, Reg. UE 2016/679).

Confermando il nostro costante impegno a mantenere i dati dei clienti e dei fornitori protetti, in linea con le normative vigenti, e a garantire la massima trasparenza sul modo in cui gli stessi vengono trattati e tenuti al sicuro, Colkim srl ha adeguato l’Informativa sulla Privacy per renderla aderente alla nuova normativa.

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Cosa dice l’Auditor – N.5: Un approfondimento sulla UNI EN 16636

L’ultima parte della rubrica analizza i punti 6 e 7 della norma, in particolare il punto 7, prevede che il PCO si accolli la responsabilità di tutti i lavori che subappalta in modo che siano forniti sempre in conformità alla norma europea di riferimento.Invece il punto 6 si occupa essenzialmente di competenze e requisiti e, in accordo con l’appendice A, vista nella prima uscita, nella quale esiste proprio una matrice di riferimento delle diverse competenze, dal punto 6.1.1 al punto 6.1.9, viene descritto come il PCO debba mantenere, per le figure interne (non occasionali), alti livelli di formazione continua, aggiornamento, di adeguatezza delle competenze sui diversi tipi di parassiti, sui metodi di trattamento, di gestione e controllo degli stessi. È reso obbligatorio, al fine di dimostrare quanto sopra, la tenuta di un registro della formazione e i conseguenti risultati delle valutazioni finali formali.

Il punto 6.2 rende obbligatorio un registro delle attrezzature dove vengano evidenziati i programmi di manutenzione di tutte le attrezzature comprensivi di calibrazione regolazione per tutti gli oggetti che ne hanno bisogno.

Dal punto 6.3.1 al punto 6.3.3 si parla invece di utilizzo e fornitura di pesticidi.

La norma richiama l’attenzione del PCO, del suo tecnico e dell’utilizzatore professionale circa il corretto utilizzo dei pesticidi (efficacia, efficienza, impatto su ambiente e persone, impatto sul benessere animale).

Tutti i pesticidi dovranno essere usati solo ed esclusivamente seguendo le istruzioni riportate nelle etichette e sarà il responsabile tecnico che fornirà le informazioni dettagliate all’utente professionale, in modo che questo possa a sua volta dare consigli al cliente finale circa i rischi legati ai prodotti utilizzati, agli impatti potenziali sulle persone e sugli animali non target.

In ultimo, il paragrafo 6.3.6 fornisce informazioni circa i registri da tenere e i protocolli da implementare per gestire correttamente una fuoriuscita accidentale o il contatto del pesticida con una specie non bersaglio. Niente di nuovo per chi già possiede una certificazione Ambientale ISO 14001.

Nel paragrafo 6.4 e nei successivi, fino al 6.4.6, la norma indica l’obbligo di tenere una procedura per ciascun servizio fornito dal PCO.

In particolare la registrazione dovrà essere mantenuta per almeno un anno o comunque in conformità con i requisiti legali e quelli del cliente.

La registrazione deve comprendere le prove delle attività svolte e dei risultati raggiunti per includere i dati di intervento, parassiti, infestazione, tecniche e pesticidi utilizzati e qualsiasi altra informazione rilevante compresi i trattamenti aggiuntivi, i sistemi di monitoraggio supplementari, il miglioramento delle strutture, dei processi e della gestione (paragrafo 6.4.5).

Devono essere altresì registrati tutti i prodotti, le quantità e i loro principi attivi nonché tutte le raccomandazioni fornite al cliente per garantire un servizio sicuro ed efficace.

Quando il servizio erogato richiede un monitoraggio o un controllo continuo, i registri devono includere anche:

  • Il piano vero e proprio che indica la posizione e altre informazioni circa i punti di controllo;
  • Il programma dei monitoraggi pianificati.

Il paragrafo 6 si conclude con il punto 6.5 il quale suggerisce di tutelare i propri interessi e quelli dei propri clienti tramite un livello appropriato di assicurazione di responsabilità civile e professionale.

Sicuramente i PCO più strutturati, anche se fuori dalla norma, opereranno assicurando al loro cliente finale che i servizi da loro offerti siano il più possibile allineati, non con le buone pratiche ma, almeno, con un minimo di criterio nei confronti della gestione dei parassiti e dei problemi che si potrebbero avere dall’uso sconsiderato di taluni metodi di monitoraggio e controllo.

Molti, dopo l’analisi della 16636, avranno esclamato: “sono anni che faccio queste cose” mentre altri, solo con la lettura di questi articoli, saranno riusciti a capire che c’è molto da fare per allinearsi ai servizi gestiti almeno con le “Good Practice”.

La norma, da non prendere come una Bibbia, è rivolta ad entrambi i fruitori, quelli del “sono anni che lo faccio” per portarli in brevissimo tempo a certificare la loro “bravura” e quelli che non hanno mai adottato “buone pratiche” per avvicinarli il più possibile all’eccellenza.

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ON TOP PRO: nate per quei luoghi in cui non c’è spazio per collocare le trappole a luce UV

Queste trappole dall’esclusivo design, si adattano con discrezione e semplicità a controsoffitti nuovi o esistenti.

Ideali per minimarket, supermercati e aree in cui i limiti di spazio potrebbero aver reso difficile, in precedenza, la collocazione di unità standard.

I design brevettati evitano la possibilità di caduta delle mosche catturate e controllano in modo efficace le infestazioni nelle aree pubbliche.

 

 

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Una miscela in formulazione acquosa composta da cipermetrina e piretrine pure, da usare tal quale, senza alcuna diluizione, contro mosche, zanzare, vespe, formiche, acari e non solo.

Cyfog ha un’efficacia prolungata (fino a 3 settimane nei test effettuati).

Cyfog ha un ottimo rapporto qualità/prezzo.

Advion® Gel Formiche

Advion® Gel Formiche fornisce un controllo senza pari di tutte le principali specie di formiche.

Bombex®, speciali microcapsule insetticide

Due prodotti di un’unica famiglia, Bombex® Farumy® e Bombex® Pebbys®25 CS.
Grazie alle tecnologia brevettata da Jesmond, questo innovativo sistema di microincapsulazione consente di avere delle microcapsule incredibilmente piccole (2-10 micron di diametro) che permettono un rilascio lentissimo per un tempo che supera i 90 giorni. Infatti il principio attivo viene rilasciato dalla speciale struttura delle microcapsule contraddistinte da un reticolo che agevola la fuoriuscita graduale del principio attivo attraverso i pori delle microcapsule.
Bombex® Pebbys®25 CS – Permetrina al 23,5%, attraverso una combinazione tra un picco di rilascio immediato e una base di rilascio lento, dà la possibilità di eseguire trattamenti rapidi e duraturi nello stesso tempo.
Bombex® Farumy® – La combinazione tra Cifenotrina (10,7%) e Pralletrina (1,1%) unita alla straordinaria microincapsulazione permette di controllare velocemente ed agevolmente un’ampia gamma di artropodi, anche quelli difficilmente controllabili.
  • I due insetticidi hanno un basso contenuto di solventi organici, sostituiti da acqua.
  • Maggiore stabilità grazie alla sospensione ottimizzata che porta a capsule a flusso libero non agglomerate.
  • Bassa tossicità nei confronti dei mammiferi grazie alla incapsulazione dei principi attivi.

 

Flytrin si guadagna un posto nel futuro portafoglio prodotti Biocida!

Apparentemente nessuna novità: Flytrin rimane un ottimo concentrato emulsionabile a base di Permetrina al 6%.
Tuttavia, l’obiettivo che il reparto R&S di Colkim da tempo sta perseguendo di apportare modifiche migliorative alle sue formulazioni storiche, aggiornandole alla luce delle nuove normative pur garantendone l’alta efficacia sempre avuta, continua anche con Flytrin. Infatti abbiamo lavorato su solventi e coformulanti al fine di rendere il formulato finale meno pericoloso: in etichetta si passa da 4 simboli a 2 e spariscono due frasi H (H304 – Può essere letale in caso di ingestione e di penetrazione nelle vie respiratorie e H318 – Provoca gravi lesioni oculari).